Sicurezza, il Ddl verso l’Aula. Ma spunta l’ipotesi di un decreto stralcio con le misure per le forze dell’ordine: ecco quali

Sicurezza, il Ddl verso l’Aula. Ma spunta l’ipotesi di un decreto stralcio con le misure per le forze dell’ordine: ecco quali

Le norme che potrebbero accelerare per Dl

Ma quali disposizioni potrebbero viaggiare per decreto legge, in modo da accelerarne il varo definitivo? Si tratta in primis di quelle contenute al capo III del Ddl, interamente dedicato a misure per la tutela del personale delle forze di polizia, delle forze armate e del corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Tante le novità: si va dall’aumento della pena di un terzo se i delitti di violenza o minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale sono commessi nei confronti di un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza all’introduzione della nuova fattispecie di «lesioni personali a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni» punita con la reclusione da 2 a 5 anni nel caso di lesioni semplici; da 4 a 10 anni nel caso di lesioni gravi; da 8 a 16 anni nel caso di lesioni gravissime. Più difficile che entri nel Dl la norma ribattezzata dai detrattori “anti no-Ponte”, ossia l’introduzione di un’ulteriore aggravante in virtù della quale la pena è aumentata fino a un terzo se la violenza o la minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica.

Bodycam sulle divise e benefici per le spese legali

Si punta, invece, a trasferire nel decreto l’articolo 21 che consente alle forze di polizia, stanziando 23 milioni di euro fino al 2026, di utilizzare dispositivi di videosorveglianza indossabili nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno. Un’altra norma molto attesa dagli agenti è il riconoscimento di un beneficio economico fino a 10mila euro in ogni fase del procedimento a fronte delle spese legali sostenute da chi è indagato o imputato per fatti inerenti al servizio.

L’incognita dello “scudo penale”

Qui il provvedimento potrebbe ospitare la novità ventilata già a gennaio, tra le polemiche: l’introduzione di una forma rafforzata di protezione legale per quanti agiscono nell’esercizio delle loro funzioni. Il Guardasigilli Carlo Nordio aveva già sottolineato che non si tratterebbe di uno scudo penale per gli agenti, ma di un meccanismo utile a tutti per evitare l’iscrizione nel registro degli indagati in caso di atto dovuto e procedere, dopo una prima istruttoria, direttamente all’archiviazione per scongiurare sospensione dal servizio e stop allo stipendio. Bisognerà capire anche il destino dell’attuale articolo 28 del Ddl, che autorizza gli agenti di pubblica sicurezza a portare senza licenza alcune tipologie di armi, tra cui rivoltelle e pistole di ogni misura, quando non sono in servizio.

L’obiettivo? Placare le tensioni tra Lega e Forza Italia

Il pacchetto per le forze dell’ordine mette effettivamente d’accordo tutte le anime della maggioranza ed evita di aggiungere legna sul fuoco dello scontro in atto tra i vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia, e Matteo Salvini, numero uno della Lega: è caro al Carroccio e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ma anche a FdI con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e al presidente degli azzurri a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, che da sempre lo invoca.

I nodi del perimetro e dei tempi

Se l’operazione dovesse andare in porto, secondo fonti parlamentari che spingono in questa direzione nel decreto potrebbe confluire già al Consiglio dei ministri di venerdì anche la trasformazione in Cpr delle strutture per i migranti in Albania (per evitare un decreto legge separato). Stamattina è in programma una riunione tecnica a Palazzo Chigi che servirà a verificare la percorribilità di questa strada e a delimitare il perimetro dell’eventuale nuovo Dl, che dovrà comunque superare l’esame del Quirinale e si preannuncia molto più light rispetto al Ddl. Una via impervia. Per questo non si può escludere neanche che alla fine si decida di procedere secondo il vecchio schema: nessun nuovo provvedimento urgente, ma correttivi minimi in Aula e poi una terza lettura rapida a Montecitorio. Una soluzione che però non consentirebbe di disinnescare sul nascere le proteste dei leghisti.

Fonte: Il Sole 24 Ore