Sider Alloys, sindacati in pressing con il Mimit e timori tra i lavoratori

Sider Alloys, sindacati in pressing con il Mimit e timori tra i lavoratori

L’incertezza e la preoccupazione per il futuro. Due binari che spaventano i lavoratori della Sider Alloys di Portovesme. L’azienda che a febbraio 2018 ha rilevato gli impianti per la produzione di alluminio primario dall’Alcoa e avviato un progetto di rilancio da oltre 150 milioni di euro.

A creare ulteriore preoccupazione – da tempo i sindacati chiedono un incontro urgente al Mimit per il piano di rilancio – c’è l’apertura di un’inchiesta della Procura della repubblica di Cagliari per una questione di rifiuti.

Gli investigatori in fabbrica

La settimana scorsa dopo un blitz degli investigatori del Corpo forestale e di vigilanza ambientale assieme ai tecnici dell’Asl e dell’Arpas, sono scattati i sigilli alla sala elettrolisi e in alcuni padiglioni. I rilievi sono proseguiti sino a martedì e ora le indagini vanno avanti. Al momento ci sarebbero due indagati.

L’allarme e gli appelli dei sindacati

A prendere posizione, auspicando controlli erano stati anche i sindacati. Il 13 febbraio, con una nota congiunta, Fiom, Fsm e Uilm avevano sollecitato le verifiche di Invitalia (che partecipa con il 20%) invitando a concentrarsi «sulla sala elettrolisi». Ora si attendono gli sviluppi delle indagini.

La preoccupazione dei lavoratori

L’inchiesta portata avanti dalla Procura di Cagliari arriva in un momento delicato per i lavoratori che si sono riuniti in assemblea anche martedì mattina. In questo quadro si registra il pressing sul Governo delle organizzazioni sindacali. «Alla luce di quanto sta accadendo è necessario che il Mimit convochi una riunioni a carattere d’urgenza – dice Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom -. È necessario capire cosa accadrà per la fabbrica e per il rilancio delle produzioni. A che punto sono gli investimenti e quali sono i programmi futuri, compreso quello relativo all’ingresso di un eventuale nuovo azionista». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Renato Tocco dell Uilm: «Siamo davanti a una situazione delicata – dice – e ci sono due binari: uno che è quello dell’inchiesta della Procura che farà il suo corso, l’altro riguarda il futuro della fabbrica e dei lavoratori. Siccome il Governo partecipa con il 20% delle azioni è necessario che eserciti il suo ruolo e intervenga per trovare una soluzione, anche facendo ricorso a nuovo investitori, per il rilancio delle produzioni».

Fonte: Il Sole 24 Ore