Sindaci sentinelle della prevenzione al seno

Ogni giorno nel nostro paese 160 donne scoprono di avere un tumore al seno. E per vincere il cancro la prima cura è la prevenzione. Prevenzione che deve partire dalle scuole, che deve essere un metodo di vita. Ne abbiamo parlato – nel corso del primo di quattro videoforum al Sole24ore dedicati al mese della prevenzione del tumore al seno – con Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lilt (Lega italiana lotta contro o tumori), Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Pinuccia Musumeci, presidente dell’associazione Iosempredonna.

Tumore al seno big killer in oncologia per le donne

Il cancro al seno è il big killer in oncologia per le donne: il 30% dei tumori che le colpiscono sono proprio al seno. E il 40% di tutte le malattie oncologiche potrebbe essere evitato modificando i fattori di rischio. Fondamentale è scoprire il tumore al seno nella fase iniziale, perché la probabilità di guarigione per i tumori di meno di un centimetro è del 90 per cento. Indispensabile dunque, rispettare i programmi di screening, fare controlli di routine. Cosa che è mancata negli anni della pandemia da Covid: tra il 2021 e il 2022 c’è stato un calo del 3,5% nell’adesione agli screening al seno. E questo ha significato diagnosi più tardive, con un conseguente aumento dei casi più gravi.

Un milione di donne in Italia hanno affrontato questo cancro

Sono circa un milione le donne italiane che hanno affrontato un tumore al seno. E sono stati 55.900 i nuovi carcinomi mammari diagnosticati nel 2023. Oggi in Italia ben 37mila donne convivono con un tumore al seno metastatico. Sono dunque indispensabili strategie per raggiungere la mortalità zero per i tumori al seno. E la prevenzione è così importante che ministero della Salute sta valutando l’estensione della chiamata attiva allo screening mammografico per fasce d’età più ampie, dai 45 ai 74 anni.

Prevenzione fin dalla scuola, perchè il cancro non bussa a 50 anni

Al momento i programmi di prevenzione nelle scuole sono quasi inesistenti. «Gli stili di vita – sottolinea Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lilt – sono fondamentali, perché il cancro non bussa a 50 anni e va via a 69 anni. Il cancro si sviluppa e penetra anche in ragazze di 30, 35, 40 anni e anche in donne ultraottuagenarie. Dobbiamo cercare di fare prevenzione, partendo dalle scuole, quindi diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita. Mi riferisco soprattutto alle ragazze di 16, 17, 18 anni. Noi dovremmo cercare di insegnare loro attraverso il corpo docenti anche l’autovalutazione, non tanto come mezzo formativo, quanto informativo. La ragazza deve avere confidenza con questo organo, sapendo che è un organo bersaglio. Deve sapere anche che a partire dai 25, 30 anni deve fare una visita senologica, accompagnata da un’ecografia. Poi a partire dai 40 anni deve aggiungere la mammografia».

In campo anche l’intelligenza artificiale

Nella prevenzione scende in campo anche l’intelligenza artificiale. Schittulli ricorda che «registriamo nel Paese l’85% di guarigioni per il cancro al seno: potremmo arrivare già oggi a un 98% se disponessimo di una diagnostica sempre più attenta, precisa, puntuale, sofisticata. Anche grazie all’intelligenza artificiale noi possiamo anticipare addirittura di qualche anno la diagnosi di lesione neoplastica al seno».

Fonte: Il Sole 24 Ore