Sinn Fein, il partito della riunificazione, spera in un exploit
Sinn Féin, il partito nazionalista che si batte per la riunificazione dell’Irlanda, era dato in leggero vantaggio prima del voto negli ultimi sondaggi sulle elezioni in Irlanda. Gli attuali partner della coalizione Fine Gael e Fianna Fáil sarebbero dietro, anche se di poco. Stando ai sondaggi di Ispos, Sinn Féin, che è all’opposizione, avrebbe il 21,1% delle preferenze. Mentre il partito conservatore Fine Gael sarebbe al 21% e il partito di centro Fianna Fáil al 19,5% nello stesso sondaggio.
Matt Carthy, a capo della campagna elettorale del Sinn Féin, ha definito i dati del sondaggio «fenomenali». «Lo Sinn Féin potrebbe emergere da queste elezioni come il più grande partito politico», ha detto all’emittente pubblica irlandese RTÉ. Un risultato inaspettato perché il partito conservatore Fine Gael del primo ministro Simon Harris, in carica dal 2011 e in cerca di un quarto mandato consecutivo, è sceso nei sondaggi di opinione dopo una serie di passi falsi nell’ultima fase della campagna elettorale. Sia Fianna Fáil che Fine Gael hanno escluso tuttavia qualsiasi coalizione con il Sinn Féin, partito che un tempo era l’organo politico dei paramilitari dell’IRA nel conflitto in Irlanda del Nord. Ciò complicherebbe il suo percorso verso il potere anche se dovesse emergere come il partito più popolare del paese.
Secondo un exit poll, condotto per conto dell’Irish Times dalle emittenti RTÉ e TG4 e dal Trinity College di Dublino, Fianna Fáil e Fine Gael avrebbero entrambi il 20% dei voti, davanti al Sinn Féin registrato al 17%. Le due compagini dominanti rivali del centro-destra con molta probabilità saranno costrette a convivere pur di rimanere in sella con lo scopo di tenere fuori dalla stanza dei bottoni lo Sinn Fein, partito di sinistra radicale divenuto per la prima volta forza di maggioranza relativa nella Repubblica alle urne nel 2020. Ma negli ultimi giorni lo schieramento del primo ministro Harris ha perso consensi dopo una gaffe ripresa in video di lui che, parlando con una operatrice sanitaria per disabili intenta a contestare le politiche del governo, non ha nemmeno finito di ascoltarla e si è allontanato. Poi si è scusato. Ma ci sono state immediate ripercussioni nei sondaggi, in cui il Fine Gael, che fino alla settimana scorsa era dato come primo partito con un vantaggio di alcuni punti, si è ritrovato appaiato, intorno al 20-21%, col Fianna Fail e con lo Sinn Fein.
La decisione di Harris di andare al voto, in anticipo di pochi mesi rispetto alla scadenza della legislatura prevista per marzo 2025, era arrivata a fronte delle rilevazioni molto promettenti per i due partiti di governo, a differenza dello Sinn Fein che era in costante calo. Sembra quindi inevitabile una nuova alleanza dopo il voto fra i due partiti di centro-destra, che comunque potrebbero avere ancora bisogno del sostegno dei Verdi, mentre appare invece difficile un altro exploit dello Sinn Fein. I primi risultati indicativi delle elezioni sono attesi per sabato ma un quadro chiaro dei seggi assegnati nel Parlamento di Dublino emergerà domenica.
Sinn Féin, che significa “noi stessi”, è un movimento nazionalista costituito in partito nel 1905 per iniziativa del giornalista A. Griffith. Fu al centro dell’insurrezione armata della Pasqua 1916 e degli avvenimenti che condussero alla proclamazione dell’indipendenza dell’Irlanda nel 1919. Dopo la firma del trattato con la Gran Bretagna che sancì la divisione dell’isola, nel 1921, si spaccò e subì successive scissioni, dalle quali ebbero origine i due principali partiti irlandesi, il Fine Gael e il Fianna Fáil.
Fonte: Il Sole 24 Ore