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Sinner patteggia anche per salvare 50 milioni di proventi tra sponsor e premi
Con uno di quei dritti al fulmicotone con cui trafigge gli avversarsi da fondo campo, Jannik Sinner ha preso in contropiede tutti e ha patteggiato tre mesi di squalifica con la Wada per il caso Clostebol. La notizia ufficializzata sabato mattina dall’agenzia mondiale anti-doping chiude dunque la vicenda che da mesi teneva il numero uno del tennis mondiale sulla graticola e che rischiava di tenercelo ancora per molto, con il procedimento davanti al Tas di Losanna.
Si profilava, infatti, una decisione a fine 2025 e comunque non favorevole a Sinner. L’orientamento della Wada era quello di ottenere a tutti costi una squalifica esemplare. Una sanzione più “politica” che giuridica, per riaffermare la propria centralità nella lotta al doping e censurare quelle discipline che hanno promosso proprie giurisdizioni (a partire da quella International Tennis Integrity Agency che di fatto aveva assolto Sinner lo scorso anno). Il tennista altoatesino sarebbe stato sacrificato così sull’altare di una lotta di potere e per di più beffato dal fatto che le situazioni in cui è incappato – il contatto involontario con sostanze dopanti e l’insorgere di una culpa in vigilando per la leggerezza di un componente dello staff – dal 2027 per la Wada saranno “depenalizzate”.
La stessa agenzia mondiale anti-doping ha accettato la ricostruzione fornita da Sinner (l’aver ricevuto un massaggio dal fisioterapista che si era curato con uno spray contenente la sostanza dopante, riscontrata in misura infinitesimale).
La via d’uscita concordata con la Wada limita perciò al massimo i danni che deriveranno a Sinner sul piano sportivo e su quello dell’immagine (leggasi contratti di sponsorizzazione). Sinner sarà costretto a disertare i tornei sulla terra rossa che meno ama oltre ai 1000 di Indian Wells e Miami. Dopo aver vinto gli Australian Open, potrà riprendere ad allenarsi il 13 aprile e rientrare per gli Internazionali di Roma, per poi disputare gli Slam di Parigi e Wimbledon. Nei tre mesi di sospensione, dal 9 febbraio al 4 maggio, il suo primo posto nella classifica Atp dovrebbe reggere.
Da leader della classifica mondiale Sinner potrà così riprendere l’attività sportiva e quella di testimonial d’eccezione di svariati marchi, senza la macchia di una condanna rimediata al Tas che avrebbe lasciato più strascichi e non dissolto – come adesso – tutti i dubbi sull’entità della responsabilità di Sinner. In effetti, il campione altoatesino è diventato una macchina di consenso e contratti pubblicitari. Dal 2019 a gestire i suoi diritti d’immagine è la StarWing Sports che ha siglato contratti con brand che spaziano dall’alta moda alla pasta, dalla telefonia alle banche. Al fianco di Sinner c’è anzitutto la Nike con cui nel 2022 ha sottoscritto un accordo decennale da 150 milioni, mentre l’accordo con Head, azienda produttrice di accessori sportivi, nel gennaio 2024 è stato rinnovato per 7 anni. Durante la cavalcata dello scorso anno che lo portato a vincere tra le altre cose Australian e Us Open, oltre alle Atp Finals e Coppa Davis, a partner commerciali di lunga data come Gucci, Rolex, Lavazza, Fastweb, Intesa Sanpaolo, Panini e Pigna, si sono aggiunte De Cecco, La Roche-Posay ed Enervit. Nike e Pigna peraltro hanno cominciato dallo scorso anno a sfruttare anche il logo personale di Sinner, a forma di volpe rossa.
Fonte: Il Sole 24 Ore