Sinner trionfa agli Us Open: «Questo titolo per me vale tantissimo»

Un altro passo avanti nella Storia del tennis, un altro Slam a soli 23 anni: Jannik Sinner è il primo italiano a conquistare gli Us Open, travolgendo Taylor Fritz in tre set, 6-3, 6-4, 7-5 in due ore e un quarto di gioco. Nulla ha potuto il beniamino di casa in una partita sostanzialmente a senso unico: anche quando ha reagito portandosi avanti nel terzo parziale, il numero uno del mondo ha rimontato non lasciandogli scampo. I record si moltiplicano per Jannik, al sesto titolo dell’anno (dopo Melbourne, Rotterdam, Miami, Halle e Cincinnati), con 55 vittorie all’attivo e solo cinque sconfitte.

Il match

La partita non è stata entusiasmante, a dirla tutta. Per i primi due set Fritz non è apparso in grado di contrastare l’evidente superiorità dell’avversario. La sua potente battuta non l’ha aiutato nel primo parziale, l’ha abbandonato nel momento più delicato del secondo, quando serviva sul 4-5 e l’azzurro ne ha subito approfittato. Tanti gli errori (saranno alla fine 34 i gratuiti, contro i 21 di Sinner), 27 i punti vinti in risposta a fronte dei 38 dell’italiano. Poi nel terzo set, finalmente, una fiammata del californiano sembra poter riaprire i giochi: sul 3 pari concretizza il break sfuggitogli in apertura del parziale, salendo quindi 5-3 con il pubblico in delirio. Ma è un’illusione di breve durata perché da lì in poi Fritz non riuscirà a fare più un game: Sinner, implacabile, chiude 7-5 e alza le braccia al cielo. «E’ troppo forte», riconoscerà l’americano durante la premiazione. Il campione porta a casa l’assegno da 3,6 milioni di dollari e il trofeo, ricevuto da una leggenda come Andre Agassi.

Il bilancio

Sembra passato un secolo dall’epico trionfo di Melbourne (era il 28 gennaio scorso) contro Daniil Medvedev, una partita di imparagonabili emozioni. Jannik nel frattempo ha consolidato tutti i suoi pregi: la tenuta mentale, la completezza dei colpi, l’intelligenza tattica, l’agilità che gli consente una difesa straordinaria. La forza del team, dopo lo scossone della vicenda doping che ha comportato l’allonanamento di Gianluca Naldi e Umberto Ferrara, è rimasta intatta. «Questo titolo per me vuol dire tantissimo, l’ultimo periodo davvero non è stato facile, il mio team mi ha sostenuto», ha detto Sinner spiegando come siano andati avanti «giorno dopo giorno, cercando di allenarci bene, credendo in noi stessi, che è la cosa più importante». Il 2024 è ancora lungo, con la stagione asiatica, la Davis, le Finals. Ma c’è tempo per pensare ai prossimi traguardi: ora ci si gode il successo americano.

Fonte: Il Sole 24 Ore