Slogan nazi, remigrazione e complotti: Höcke, l’estremista che spaventa l’Europa

«Noi possiamo scrivere la storia, il 1° settembre 2024 potrebbe finire nei libri come una cesura politica. Può essere che gli storici parleranno di un’era dei partiti cartello e di un’era successiva». Il leader in Turingia di Alternative für Deutschland, Björn Höcke, ha chiuso la campagna elettorale a Erfurt, sabato 31 agosto, da par suo, davanti a due folle: sotto il palco, militanti e simpatizzanti del partito, galvanizzati dalle parole del demagogo; più lontano, il popolo antifascista, radunatosi per contestarlo e mostrare che la Germania non tutta è con lui.

Un futuro sovrano e libero

«Qualsiasi partito del cartello voi votiate avrete più Ue, più euro, più multiculturalismo, più insicurezza, più retorica della guerra, meno identità tedesca, e avrete meno Germania. E noi questi li manderemo a casa», ha tuonato Höcke, indicando un futuro da «Paese libero e sovrano», grazie «alla remigrazione», l’espulsione degli stranieri indesiderati. «Germany first», ha scandito. Come dire, Deutschland über alles.

Ex insegnante di storia, 52 anni, nato a Lünen, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, è stato condannato due volte per aver usato slogan nazisti. Definì il memoriale dell’Olocausto di Berlino un «monumento alla vergogna» («Noi tedeschi siamo l’unico popolo al mondo che ha piantato un monumento alla vergogna nel cuore della sua capitale»).

Höcke è su posizioni addirittura più estremiste di quelle del partito a livello federale, tanto radicali da mettere a disagio perfino i suoi colleghi, che però abbozzano e piegano la testa davanti al suo successo.

Pecore o lupi

La retorica del declino e della redenzione, che chiama i tedeschi a scegliere tra essere pecore o lupi, è il filo (nero) della sua comunicazione politica. Qualcuno ci vede l’eco dei discorsi dell’ideologo del nazismo, Joseph Goebbels. Per i suoi critici, è una delle minacce più gravi per la democrazia tedesca e il responsabile della radicalizzazione di Alternative für Deutschland, della sua mutazione da movimento euroscettico e liberista a partito etno-nazionalista e islamofobico.

Fonte: Il Sole 24 Ore