
sondaggio rivela disaffezione politica e ansia economica
La relazione tra giovani e politica «è sempre stata critica
La relazione tra giovani e politica «è sempre stata critica – spiega Andrea Pirni, professore ordinario di Sociologia dei fenomeni politici a Genova -, soprattutto nel nuovo millennio. Il bassissimo impegno in politica non sorprende: varrebbe la pena di chiedersi quanti non giovani si ritengano impegnati in politica.
Se con questa espressione intendiamo, tradizionalmente, l’impegno in prima persona in un partito politico, probabilmente la percentuale dichiarata dagli intervistati (7%) risulterebbe più alta della percentuale del resto della popolazione. Si ritiene che la componente giovanile non sia più l’anomalia rispetto al resto della popolazione ma quella che – forse – esprime, con maggiore forza rispetto al secolo scorso, una tendenza trasversale».
Dunque, le condizioni attuali sono quelle di una crisi generazionale? «In passato – prosegue Pirni – i giovani ponevano un distacco specifico nei confronti della politica che andava successivamente e progressivamente colmandosi attraversando le “soglie” dell’adultità (completamento del percorso di studio, inserimento lavorativo e conseguente autonomizzazione dalla famiglia di origine e costruzione di un nuovo nucleo familiare). Oggi, i giovani pongono un distacco che risulta trasversale a tali soglie (anch’esse divenute incerte) e che risulta molto affine al disinteresse per la politica da parte delle cosìddette generazioni adulte».
Ecco allora che il dato sull’ansia occupazionale ed economica si ricollega al rifiuto della polis e quindi al ripiegamento sofferente. Perché ciò che viene sicuramente denunciato è il malessere psicologico: l’81% ritiene sia una condizione diffusa.
La maggioranza dei giovani (70%) ha inoltre ammesso di essersi sentito depresso
La maggioranza dei giovani (70%) ha inoltre ammesso di essersi sentito depresso o senza speranza negli ultimi 12 mesi, con un giovane su cinque che riferisce di essersi trovato in questa condizione quasi tutti i giorni, mentre uno su due lo è stato a fasi alterne, rivelando un’oscillazione che di per sé non sembra alludere a una dimensione patologica. La quota restante (30%), invece, ha affermato di essersi sentito così molto raramente (23%) o addirittura mai (7%).
Fonte: Il Sole 24 Ore