Sovraffollamento, suicidi e disagi, la denuncia di Antigone sulle carceri

Acqua e insetti

C’è poi un alto aspetto che evidenzia il dossier realizzato dopo 88 visite nelle strutture detentive presenti nell’intero territorio nazionale. «Nel carcere di Avellino, al momento della visita, l’acqua corrente non era disponibile dalle 22 alle 6 del mattino – sottolinea il dossier -. Le celle presentavano infiltrazioni emuffa, oltre a non essere dotate di doccia. Presso la sezionefemminile, le finestre erano corredate da schermature inplexiglass, impedendo così il passaggio d’aria (anche ingiornate come quella in cui si è svolta la visita in cui iltermometro segnava 41 gradi)». Poi la presenza di scarafaggi e di cimici da letto «rilevata rispettivamente nelle casecircondariali di Bologna e di Pavia». Non solo, «nella settima sezione dell’istituto di Regina Coeli a Roma le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello; il wc ed il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità»

Le proposte

Dai vertici dell’associazione di volontariato anche un appello affinché possano essere adottate misure per modificare questo scenario. «Il sovraffollamento – sottolinea ancora Patrizio Gonnella – non è dovuto a cause naturali ma è il frutto delle politiche governative». Quindi le richieste: «Per affrontare questa situazione – si legge ancora nel dossier -occorrono provvedimenti urgenti portino a ridurre notevolmente il sovraffollamento e a migliorare la qualità della vita nelle carceri. Provvedimenti che non possono essere quelli minimalisti previsti nel DL carceri, recentemente approvato dal governo e ora in discussione al Senato per la conversione in legge, ma che siano nel segno di maggiore coraggio: l’aumento di giorni della liberazione anticipata speciale; la depenalizzazione di alcuni reati (e lo stralcio del ddl sicurezza); la liberalizzazione delle telefonate; l’assunzione di personale sia di polizia, che civile: educatori, psicologi, psichiatri, assistenti, sociali, mediatori culturali». Dall’associazione anche un appello affinché l’emendamento relativo agli Opg venga ritirato: «si tratterebbe di un passo indietro rispetto alla riforma che abolì quella che era l’ultima istituzione totale manicomiale presente in Italia». Dal sovraffollamento ai suicidi, passando per il caldo continuando con spazi ridotti, poca acqua e le proposte, compresa quella del «no agli Opg».In 12 mesi 4 mila detenuti in piùA delineare lo scenario delle carceri italiane, dove si registrano «4 mila detenuti in più in soli 12 mesi» è l’associazione Antigone, organizzazione che dal 1991 si occupa del sistema Penitenziario e penale italiano, nel suo ultimo dossier. «Il livello di sovraffollamento raggiunto nelle carceri italiane è ormai ai livelli di guardia – denuncia il dossier dell’associazione -. Il tasso di affollamento è del 130,4% (al netto dei posti conteggiati dal Ministero della Giustizia ma non realmente disponibili)».Affollamento superiore anche il 150%Non solo, il lavoro dell’associazione mette in evidenza un altro aspetto: «In 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, il tasso di affollamento è superiore al 150% con punte di oltre il 200% negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia “Canton Mombello”. Questo significa che ci sono 200 persone detenute laddove ce ne dovrebbero essere 100». Quindi i numeri: al 30 giugno, come emerge dal rapporto, erano presenti nelle nostre carceri 61,480 mila detenuti in 51,234 mila posti detentivi regolamentari. Le donne erano 2,682 mila, il 4,4% dei presenti, mentre gli stranieri 19,213 mila, il 31,3%.Come un ospedale con il doppio dei pazientiBasta un esempio pratico a rappresentare lo scenario: «Per capire la gravità della situazione si pensi ad una scuola o un ospedale dove ci siano il doppio degli studenti o dei pazienti che le strutture sono in grado di seguire». A fare i conti con il sovraffollamento non risparmia neppure gli istituti penali per i minori.«Questa situazione ormai diffusa – dice Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – non è un elemento trascurabile se si parla di sistema penitenziario, infatti un carcere dove il numero delle persone detenute è superiore ai posti regolamentari è un carcere dove si vive male, dove non sono garantiti solo gli spazi ma anche l’accesso alle attività, in primis quelle lavorative. Un carcere sovraffollato è un luogo dove anche gli operatori fanno più fatica a lavorare, dove l’attenzione per le fragilità di molte persone detenute non riescono ad essere intercettate o seguite come meriterebbero. Laddove esistono situazioni di grave sovraffollamento il detenuto è sempre più anonimo, sempre più un numero anziché una persona».In 7 mesi 58 suicidiUn altro elemento di preoccupazione, evidenziato nel dossier, riguarda le persone che si sono tolte la vita dietro le sbarre. I suicidi in carcere hanno raggiunta quota 58, di cui 10 solo a luglio e 12 a giugno. «Di questo passo sarà superato il primato negativo registrato nel 2022, quando a fine anno le persone che si suicidarono in carcere furono 85».Acqua e insettiC’è poi un alto aspetto che evidenzia il dossier realizzato dopo 88 visite nelle strutture detentive presenti nell’intero territorio nazionale. «Nel carcere di Avellino, al momento della visita, l’acqua corrente non era disponibile dalle 22 alle 6 del mattino – sottolinea il dossier -. Le celle presentavano infiltrazioni emuffa, oltre a non essere dotate di doccia. Presso la sezionefemminile, le finestre erano corredate da schermature inplexiglass, impedendo così il passaggio d’aria (anche ingiornate come quella in cui si è svolta la visita in cui iltermometro segnava 41 gradi)». Poi la presenza di scarafaggi e di cimici da letto «rilevata rispettivamente nelle casecircondariali di Bologna e di Pavia». Non solo, «nella settima sezione dell’istituto di Regina Coeli a Roma le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello; il wc ed il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità»Le proposteDai vertici dell’associazione di volontariato anche un appello affinché possano essere adottate misure per modificare questo scenario. «Il sovraffollamento – sottolinea ancora Patrizio Gonnella – non è dovuto a cause naturali ma è il frutto delle politiche governative». Quindi le richieste: «Per affrontare questa situazione – si legge ancora nel dossier -occorrono provvedimenti urgenti portino a ridurre notevolmente il sovraffollamento e a migliorare la qualità della vita nelle carceri. Provvedimenti che non possono essere quelli minimalisti previsti nel DL carceri, recentemente approvato dal governo e ora in discussione al Senato per la conversione in legge, ma che siano nel segno di maggiore coraggio: l’aumento di giorni della liberazione anticipata speciale; la depenalizzazione di alcuni reati (e lo stralcio del ddl sicurezza); la liberalizzazione delle telefonate; l’assunzione di personale sia di polizia, che civile: educatori, psicologi, psichiatri, assistenti, sociali, mediatori culturali». Dall’associazione anche un appello affinché l’emendamento relativo agli Opg venga ritirato: «si tratterebbe di un passo indietro rispetto alla riforma che abolì quella che era l’ultima istituzione totale manicomiale presente in Italia».

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Fonte: Il Sole 24 Ore