SpaceX, così il militare passava i dati al manager di Musk

Il documento «interno» targato “ministero degli Affari Esteri-Stato maggiore della difesa” era strategico per la società SpaceX di Elon Musk. Lo riconosce anche Andrea Stroppa, plenipotenziario italiano del magnate sudafricano, quando l’astuto ex capitano di fregata Angelo Antonio Masala glielo invia. «È importante che non circoli, perché è un documento del Ministero», ci sono «i loro dubbi e le domande che vogliono fare», «quindi io ti mando un documento che è veramente riservato, interno, ti chiedo di pulirlo», per non renderlo identificabile. «È solo per noi (di SpaceX, ndr)», rassicura Stroppa, che aggiunge «sono contento, insomma che stiamo un po’ in anticipo».

Ecco l’intercettazione del 29 agosto scorso che per i pm di Roma incastra Masala, salito di rango con la nomina nel VI Reparto dello Stato maggiore della difesa e travolto da uno dei filoni dell’inchiesta Sogei.

In ballo ci sono gli interessi economici di Musk in Italia. Proprio di questo discutevano la Difesa e la Farnesina, prima che lo zelante militare diventasse la presunta “talpa” di Stroppa nello Stato maggiore e divulgasse informazioni che per i pm hanno natura «riservata»: l’eventuale implementazione di Starlink — il sistema satellitare di SpaceX per offrire connessione internet a banda larga — per scopi militari e diplomatici, come l’uso nei teatri di guerra e per le ambasciate; ma anche civili, allo scopo, in questo caso, di centrare l’obiettivo Pnrr di ampliare la connessione alle aree più remote del Paese, compensando i ritardi accumulati per il potenziamento della fibra.

L’obiettivo: «Essere veloci»

L’obiettivo di Masala e Stroppa era di essere «veloci». La Gdf riassume un’intercettazione del 5 giugno scorso in cui i due parlano di «un accordo» su Starlink da chiudere «entro l’anno per tutto il Paese». Viceversa, «se invece andranno per lunghe, cercheranno di fare le attivazioni per singoli clienti, quali per esempio la “Marina”».

Ma per portare a termine il piano, ritengono gli inquirenti, era necessario muovere le giuste pedine. Il militare gioca la sua partita: «far riconoscere un ruolo del VI Reparto dello stato maggiore» nel progetto Starlink, «così da poter egli stesso intervenire nella sua realizzazione, prevalentemente attraverso le opache interazioni instaurate con Andrea Stroppa». Un interessamento così pressante, da parte dell’ex capitano di fregata, da attirare l’attenzione dello stesso generale Giovanni Gagliano, capo del VI Reparto: «Oggi — racconta Masala all’imprenditore Cristiano Rufini, recentemente dimesso dal gruppo Olidata — Gagliano mi ha voluto parlare perché ha detto “non vorrei che tu avessi interessi personali, perché stai perorando la causa Starlink molto fortemente e quindi questa cosa la trovo molto strana”».

Fonte: Il Sole 24 Ore