Spazio, arriva la norma per i voli suborbitali di Virgin Galactic dall’Italia

Spazio, arriva la norma per i voli suborbitali di Virgin Galactic dall’Italia

Il concetto di spazioporto, da lungo tempo ormai uscito dai libri di fantascienza, entra nella legge sullo spazio all’esame della Camera. Un emendamento dei relatori (Andrea Mascaretti di Fratelli d’Italia e Alberto Gusmeroli della Lega) punta a inserire nel Ddl governativo la base normativa per regolare le attività di questo tipo di infrastrutture. Prima ricaduta pratica: a Grottaglie si potrà procedere con lo studio di fattibilità per i voli suborbitali della Virgin Galactic, la società che fa capo a Richard Branson, dando seguito a un accordo sottoscritto lo scorso dicembre.

L’accordo con Virgin Galactic

Virgin Galactic e l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile, l’autorità per l’aviazione civile italiana) hanno firmato un accordo di cooperazione per studiare congiuntamente la possibilità per Virgin Galactic di condurre operazioni di volo spaziale dallo spazioporto di Grottaglie in Puglia. Lo studio valuterà i requisiti tecnici necessari per le operazioni di volo suborbitale, la capacità dell’area circostante di supportare clienti privati e la compatibilità delle normative suborbitali italiane con quelle degli Stati Uniti, dove ha sede Virgin Galactic. La prima fase dello studio, il cui completamento è previsto per la fine dell’anno, includerà anche l’esame delle infrastrutture e la garanzia della capacità della catena di fornitura per supportare voli spaziali ripetuti. Lo spazioporto di Grottaglie è entrato anche tra gli investimenti finanziabili dalla Regione Puglia con le risorse del Fondo sviluppo e coesione, dopo la firma dell’Accordo di coesione con il governo.

L’intervento alla Camera

Siamo dunque in una fase del tutto embrionale, eppure il riferimento alle «normative suborbitali italiane» richiedeva un intervento anche solo per avviare lo studio. Di qui l’emendamento presentato in commissione Attività produttive dai relatori, proposta che andrà al voto nei prossimi giorni (il Ddl dovrebbe approdare in Aula entro il 27 febbraio). «Introdurremo una definizione di base su cui poi interverrà un successivo provvedimento della presidenza del Consiglio – dice Andrea Mascaretti – C’è interesse di diverse regioni, e non solo della Puglia, per lo sviluppo di spazioporti, ad esempio anche Marche e Abruzzo. Era importante non farsi trovare impreparati di fronte a questo tipo di richieste e sfruttare la finestra della prima legge nazionale per lo spazio. Il disegno di legge risponde alla necessità di regolare le attività dei privati, consentendo la crescita di attori italiani in alternativa ai più noti nomi americani che dominano il settore, e di presentarci da protagonisti al tavolo di Bruxelles dove è in preparazione un provvedimento europeo sulla space economy».

Che cos’è il volo suborbitale

Il volo suborbitale, secondo l’Icao (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile), è un volo che raggiunge quote molto elevate senza entrare in orbita attorno alla Terra. Lo scopo è il trasporto di persone e merci sulla Terra attraverso lo spazio aereo superiore: si configura dunque come una nuova forma di trasporto aereo. Nella memoria consegnata in commissione Attività produttive, in occasione dell’audizione sul Ddl, l’Enac osserva che questi voli «utilizzano infrastrutture aeronautiche come gli aeroporti e possono trasportare persone che non sono astronauti, richiedendo standard di sicurezza simili a quelli aeronautici. È indubbia la futura applicazione del trasporto suborbitale, di forte interesse strategico, sia civile sia militare, costituita dal trasporto intercontinentale punto-punto ad altissima velocità, con voli in grado di collegare due punti qualsiasi del globo in tempi rapidissimi, inferiori alle due ore, con la contemporanea riduzione delle emissioni lungo la rotta nelle fasi in cui non è necessaria alcuna forma di propulsione, muovendosi il veicolo “per gravità”».

Il ruolo dell’Enac

Intervenendo in audizione alla Camera sul disegno di legge, l’Enac aveva sollecitato l’introduzione di disposizioni per la regolazione del volo suborbitale, attribuendone la competenza alla stessa Enac, in coordinamento con l’Aeronautica Militare. La definizione di spazioporto proposta è «un sito sulla superficie terrestre le cui infrastrutture, strutture e apparecchiature, così come i suoi requisiti tecnici, sono appositamente dedicate al lancio/decollo, rientro/atterraggio, o ad un’operazione a terra o in volo di un sistema veicolo suborbitale o orbitale secondo quanto stabilito dai Regolamenti Tecnici dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile».

Fonte: Il Sole 24 Ore