Spirit esce dalla bancarotta con nuovi soci

Spirit esce dalla bancarotta con nuovi soci

La compagnia aerea low cost americana Spirit Airlines ha ottenuto dal giudice americano l’approvazione del piano di ristrutturazione consentendo l’uscita dal «Chapter 11», autorizzando la compagnia aerea economica a convertire 795 milioni di dollari di debiti in azioni per uscire dalla bancarotta. Il piano di ristrutturazione di Spirit cancella le azioni esistenti e passa la proprietà ai finanziatori di Spirit, che includono i fondi di investimento Pacific Investment Management, UBS Asset Management e Citadel Advisors. L’accordo prevede anche una proposta per raccogliere un finanziamento di 350 milioni di dollari attraverso il collocamento di nuove azioni.

«Ne usciremo come una compagnia aerea più forte, con la flessibilità finanziaria necessaria per continuare a offrire ai clienti esperienze di viaggio migliori», ha dichiarato giovedì Ted Christie, il ceo di Spirit Airlines, in un comunicato.

A novembre Spirit aveva avviato una procedura fallimentare per ristrutturare circa 1,6 miliardi di dollari di debiti accumulati dalla pandemia e senza essere riuscita a recuperare terreno dopo la ripresa dei viaggi aerei, in quanto i vettori maggiori hanno attirato i viaggiatori offrendo tariffe più basse. La compagnia ha dichiarato che la ristrutturazione le darà il tempo di implementare il proprio business introducendo nuove opzioni premium, tra cui sedili più ampi e bevande alcoliche gratuite per i passeggeri con determinati biglietti.

La compagnia aerea è andata avanti con la ristrutturazione nonostante il rifiuto della proposta di acquisizione da parte della compagnia aerea concorrente Frontier, affermando che il buyout proposto offriva un valore inferiore per i creditori di Spirit rispetto alla ristrutturazione fallimentare. L’ultima offerta di Frontier avrebbe permesso a Spirit Airlines di mantenere il 19% del capitale della compagnia e la combinazione dei due vettori avrebbe creato la quinta compagnia aerea americana. Ma Spirit ha dichiarato che l’offerta comportava costi aggiuntivi associati a una più lunga permanenza in bancarotta oltre a maggiori rischi, tra cui quello che le autorità di regolamentazione statunitensi respingessero la fusione delle due compagnie aeree.

Fonte: Il Sole 24 Ore