Spreco alimentare, in Italia cresce a 14 miliardi. Ecco il cibo che finisce di più nella spazzatura

Spreco alimentare, in Italia cresce a 14 miliardi. Ecco il cibo che finisce di più nella spazzatura

È ancora in crescita la quota di cibo che si butta nella spazzatura e soprattutto – a dispetto delle buone intenzioni e della cresciuta attenzione di media, chef e operatori del settore alla problematica – diminuiscono le buone pratiche per evitare che questo accada.

In totale, considerando tutta la filiera, lo spreco alimentare in Italia rappresenta un controvalore di 14,1 miliardi di euro per 4,5 milioni di tonnellate di prodotti, sfiorando i 140 euro a testa l’anno (139,7) contro i 126 euro di un anno fa. Ed è dalle nostre case che arriva lo spreco più grande, con un costo di 8,2 miliardi sul totale dello spreco di filiera.

È il quadro tracciato dal Rapporto “Il caso Italia 2025” dell’Osservatorio Waste Watcher International, elaborazione Ipsos/Università di Bologna, in vista della 12esima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio, fondata dalla campagna Spreco Zero.

A guidare la poco invidiabile classifica dello spreco sono frutta fresca (24,3 grammi settimanali) e pane (21,2 grammi), che hanno superato verdure (20,5 grammi), insalata (19,4 grammi), cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi). E se da una parte si spreca, dall’altra si allontana l’accesso al cibo sano e sostenibile: l’indice Fies di insicurezza alimentare 2025 sale del 13,95% (era 10,27% nel 2024).

Tra gli Obiettivi Onu 2030 c’è quello di dimezzare lo sperpero di cibo: «Per quella data – spiega il direttore scientifico Waste Watcher e della Giornata, di cui è anche ideatore, Andrea Segrè – lo spreco si dovrà attestare a 369,7 grammi settimanali, e per fare questo dobbiamo tutti tagliare, ogni anno, da qui al 2029, circa 50 grammi di cibo a settimana a testa».

Fonte: Il Sole 24 Ore