Starlink nasce megalomane e commerciale, come il suo creatore

Starlink nasce megalomane e commerciale, come il suo creatore

L’offerta dell’internet dallo spazio a livello commerciale è arrivata anche in Europa e non costa poco: circa 300 euro al mese. E da quest’anno sarà attivo il servizio “direct to cell”, con cui sarà possibile connettere i telefoni cellulari direttamente allo spazio. I numeri, quindi, ci consegnano l’immagine di un operatore spaziale nel vero senso della parola: un Internet Service Provider che corre veloce e ha l’ambizione di rendere sempre più vantaggiosa economicamente la sua offerta.

Diverso, molto diverso, appare invece Iris², che è stato subito erroneamente definito la risposta europea a Starlink di Musk. Presentato a metà dicembre dalla Commissione Europea, “Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite”, o Iris², nasce come una costellazione deputata a garantire connettività sicura, autonoma, efficiente e di qualità elevata, a supporto di governi e istituzioni. Si aggiunge a Copernicus e Galileo.

Diciamo che non c’è l’anima commerciale presente nel progetto di Musk. E neanche i numeri, ad essere sinceri. Dietro c’è SpaceRise, un consorzio di aziende costituito da tre operatori principali: Eutelsat, Hispasat e SES, che si appoggeranno ad aziende come Thales Alenia Space, OHB, Airbus Defence and Space, Telespazio, Deutsche Telekom, Orange, Hisdesat e Thales SIX. Sono previsti 299 satelliti contro i 7mila di Musk. Iris² costerà 10,6 miliardi di euro, di cui sei arriveranno dall’Unione Europea. Altri 550 milioni saranno il contributo dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. I satelliti partiranno nel 2029, mentre la piena operatività è prevista non prima del 2030.

Il ritardo rispetto a Starlink è importante e peserà sul progetto, soprattutto se si considera il passo di marcia tenuto da Elon Musk e dal settore spaziale più in generale.

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Fonte: Il Sole 24 Ore