
Start up: i giovani pesano di più al Nord, le donne al Sud
Guardando ai valori assoluti non c’è partita: Milano e la Lombardia sono davanti a tutti nelle graduatorie provinciali e regionali. Se però ci spostiamo dalle numeriche alle percentuali, nelle start up guidate dai giovani e in quelle a guida femminile le classifiche mostrano uno schema più variegato.
L’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulla distribuzione delle start up (oltre 12mila quelle censite) mette in evidenza in generale un maggior peso dei giovani nelle regioni del nord. Se in media le start up a guida “under 35” sono in Italia il 16,9% del totale, Piemonte, Trentino Alto-Adige e Val d’Aosta sono ai vertici, con quote superiori al 20% (il Piemonte è primo con il 23,2%). Al Nord in generale la quota supera il 17%, media ridotta in particolare dal Veneto, che con il 13,8% presenta una delle percentuali più ridotte.
Schema geografico che però si ribalta guardando al peso delle donne, con le start-up a guida femminile, 1648 in totale, ad avere una quota più rilevante nelle regioni del Centro (15,1%) e del Sud (15,8%), mentre al Nord il dato è inferiore al 12%.
Se in termini numerici la Lombardia è al primo posto, con 382 start up femminilim per quota relativa fanno meglio Lazio e Campania, con un picco del 20,6% per la Basilicata, dove però i valori assoluti (21 su 102) sono comunque ridotti.
«La crescita e il rafforzamento di queste imprese – spiega il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – sono essenziali per far sì che l’economia e l’innovazione italiana tenga il passo con l’Europa e con il resto del mondo. Le 12mila start up esistenti al momento pongono l’Italia al quarto posto in Europa, ci sono dunque ancora ampi spazi di miglioramento. A partire dalla partecipazione delle donne che appare ancora poco rilevante e va quindi ulteriormente incoraggiata. Tra tutte le start up esistenti, solo il 6,6% ha fatto scale up, cioè ha superato il milione di euro di fatturato o di capitale sociale tra il 2019 e il 2023. La percentuale è un po’ più alta (12,6%) tra le start up con brevetto in tecnologie strategiche. Le nuove leggi sulle start up innovative potranno favorire questo processo concentrando, ad esempio, le agevolazioni sulle imprese col maggior potenziale di crescita e innovazione e incentivando gli investimenti in ricerca e sviluppo».
Fonte: Il Sole 24 Ore