Stati Uniti, crescita robusta sostenuta dai consumi privati
L’economia degli Stati Uniti ha chiuso il 2024 in leggero rallentamento: lo sciopero dei dipendenti della Boeing ha contribuito a deprimere gli investimenti delle imprese, ma la spesa dei consumatori si è mantenuta robusta sostenendo una solida espansione, e offrendo conferme anche alla Federal Reserve che mercoledì ha deciso di mantenere invariati i tassi di riferimento.
Nel quarto trimestre dell’anno scorso – secondo la stima anticipata del Bureau of Economic Analysis del dipartimento del Commercio – il Pil americano è aumentato del 2,3% annualizzato: un incremento di poco inferiore alle attese che corrisponde a circa lo 0,8% nel confronto con le altre grandi economie, ed è comunque decisamente migliore del dato dell’Europa, ormai in stagnazione.
Nei tre mesi precedenti, tra luglio e settembre, l’economia Usa aveva fatto registrare un’espansione del 3,1% (sempre annualizzato): il calo delle scorte spiega in parte la moderazione della crescita, sottolineando allo stesso tempo la forte domanda interna. La spesa dei consumatori, che rappresenta oltre due terzi dell’economia, è cresciuta infatti a un tasso del 4,2% (annualizzato) sostenuta da un mercato del lavoro resiliente. C’è stato invece a sorpresa un calo delle importazioni, ma il deficit commerciale è rimasto comunque a livelli record a dicembre.
Per tutto il 2024 la più grande economia del mondo ha sfidato le fosche previsioni di recessione dopo che la Fed aveva aumentato i tassi di 5,25 punti percentuali nel 2022 e nel 2023 per frenare l’inflazione. La crescita per l’intero anno passato è stata del 2,8% dopo il +2,9% nel 2023 e il +2,5% nel 2022: l’espansione è quindi su livelli ben superiori all’1,8% che la banca centrale considera il ritmo di crescita non inflazionistico.
Questo spiega perché la Fed sta adottando un approccio più misurato ai futuri tagli dei tassi. L’inflazione è tornata a salire lo scorso trimestre, con l’indice Pce – basato sui prezzi delle spese per consumi personali, esclusi cibo ed energia – in aumento a un tasso del 2,5% rispetto al 2,2% nel terzo trimestre.
Fonte: Il Sole 24 Ore