Stellantis, al Tavolo i nodi dell’automotive e la strategia in difesa dell’occupazione
L’appuntamento è alle 14 a Palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Al tavolo ci saranno anche il ministero del lavoro e quello dell’Economia, segno che sarà necessario metter mano a strumenti difensivi “eccezionali” per tutelare l’occupazione e che bisognerà chiudere il cerchio sulle risorse da mettere a disposizione del comparto automotive. L’attesa per quello che si deciderà al tavolo Stellantis è alta, anche perché la crisi del settore sta accelerando, con immatricolazioni in stallo rispetto al 2023, nonostante il miliardo di incentivi, e una produzione a livelli minimi in Italia, con ricadute pesanti sulle imprese dell’indotto.
Servono dunque azioni e impegni concreti, come chiedono sindacati e imprese da giorni e come, dal canto sui, ha ripetuto anche il numero uno di Stellantis in Europa, Jean Philippe Imparato, che presiderà per Stellantis il tavolo dedicato al comparto Automotive. All’ordine del giorno ci sono le strategie di Stellantis per gli stabilimenti italiani e la situazione complessa di mercato e industria della componentistica. Anfia, l’Associazione delle imprese della filiera, prevede che già nel 2025 siano 40mila i lavoratori coinvolti dalla crisi. I sindacati parlano di migliaia di addetti senza più cassa integrazione già alla fine del primo trimestre dell’anno prossimo.
L’incontro, a cui parteciperanno anche i presidenti delle Regioni che ospitano stabilimenti Stellantis, servirà a fare dei passi avanti e cercare soluzioni concrete, in un 2024 che si conferma come un anno nero per il mercato auto in Italia come conferma nel suo appuntamento annuale a Roma l’Unrae, l’Associazione delle case produttrici di auto estere. Nonostante un miliardo di incentivi varati quest’anno dal Governo, i volumi delle immatricolazioni, stima l’Unrae (associazione delle case automobilistiche estere) resteranno sui livelli del 2023, tra il milione e 560mila e il milione e 570mila.
Un problema di mercato, dunque, tanto quanto di rilevanza industriale, quello dell’automotive, con una serie di questioni rimaste irrisolte, a cominciare dalle immatricolazioni – sotto di 350mila unità rispetto al pre-Covid – per arrivare al livello basso di penetrazione sul mercato di auto elettriche o plug-in – circa un terzo della media europea – fino alla questione legata agli oneri e alla fiscalità carico della mobilità, con Iva e sistema delle detrazioni fiscali per le auto aziendali “congelate” agli anni Settanta. «Per l’auto serve un piano organico che guardi tanto al mercato quanto alla produzione» dice Michele Crisci presidente dell’Unrae.
Il responsabile Europa di Stellantis, Imparato, ha anticipato in questi giorni una serie di impegni sugli stabilimenti italiani come ad esempio la scelta di assegnare a Mirafiori lo sviluppo e la produzione della nuova famiglia di Fiat 500 che sarà sviluppata a partire dal 2029-30. Restano da chiarire le scelte su Termoli e il progetto della gigafactory italiana e, in generale, il ruolo degli stabilimenti produttivi domestici rispetto alla futura gamma di city car che sarà sviluppata dal Gruppo, con l’assegnazione della piattaforma Stla Small, per le auto di segmento B, e dell’architettura della Smart car, per le city car del futuro.
Fonte: Il Sole 24 Ore