Stellantis, quali sono i marchi in difficoltà
Carlos Tavares dice addio a Stellantis nel periodo più complesso dalla nascita del mega gruppo italo-franco-americano, creato nel 2021 dalla fusione di FCA con PSA. Nonostante le rassicurazioni dello stesso manager portoghese meno di due mesi fa al Salone di Parigi sulla tenuta in vita di tutti i marchi e sulla permanenza all’interno del gruppo, il nuovo amministratore delegato dovrà valutare attentamente lo stato di salute di tutti i brand rivedendo i piani e le tempistiche in materia di 100% elettrico.
Abarth
Da quasi 23.500 auto vendute in Europa nel 2018 alle 7.900 del 2023. Il declino di Abarth è evidente, con la 500 Abarth elettrica ormai diventata un meme su quattro ruote a causa dei numeri ridicoli come le 14 immatricolazioni ottenute nei primi tre mesi del ’24 su un totale di 117 al primo novembre. E potrebbe andare ancora peggio con la Abarth 600e, derivata dalla già poco fortunata (in termini di vendite) Fiat 600, venduta a 49.000 euro nell’edizione limitata Scorpionissima da 280 cavalli. I numeri hanno confermato come Abarth piaceva in versione 595 e 695 termiche, modelli dalla seconda giovinezza sul mercato dell’usato.
Alfa Romeo
Sette modelli Alfa Romeo entro il 2018 e oltre 400 mila vetture prodotte all’anno. Erano queste le dichiarazioni di Sergio Marchionne nel 2014, quando fu presentato il piano di rinascita del marchio del Biscione. Come spesso accade (a causa di un mix tra “troppo ottimismo”, pandemia, ecce cc) le 400 mila immatricolazioni e i 7 modelli sono rimasti un miraggio. Nonostante numeri non certo soddisfacenti (con 27 mila auto vendute in Italia nel 2023), il futuro di Alfa Romeo sembra più roseo di altri marchi. Il motivo è legato alla annunciata produzione nel 2025 della futura Stelvio su piattaforma Stla Large. Buone notizie anche dalla Junior, modello fondamentale per dare liquidità al marchio e alle concessionarie.
Chrysler
Tra i motivi delle dimissioni anticipate di Carlos Tavares c’è sicuramente il flop di Stellantis in Nord America, con il crollo della redditività e un malcontento generale dall’altra parte dell’oceano. Le vendite in calo a causa dei prezzi eccessivi e problemi di stock elevati hanno mandato in sofferenza il marchio di Detroit, pronto a compiere 100 anni nel 2025. Il rischio chiusura era già stato annunciato da Tavares con un generico “Stellantis non può più permettersi brand non redditizi”.
Citroen
Il brand anti Dacia del gruppo Stellantis. È questo il posizionamento non dichiarato ma realistico di Citroen, diventato il brand entry level del gruppo a partire dall’economica C3. Ed è tutt’altro che un male per il marchio del double chevron, finalmente dal posizionamento chiaro. Perché dopo aver detto addio alla grandeur del passato ( causata da un combinato di modelli sbagliati, creazione di Ds per i modelli premium e poco appeal del marchio), nel 2025 potrà contare su una gamma in grado di creare buoni volumi di vendita.
Fonte: Il Sole 24 Ore