Sterrekopje Farm, la country house in Sud Africa dove il lusso passa dai sorrisi
C’è un indizio piuttosto infallibile per capire se l’hotel che hai prenotato è stata una giusta scelta. Non c’entrano le stelle né l’elenco dei servizi, e nemmeno le certificazioni che attestano camere con vista e pratiche di sostenibilità. Queste sono tutte valutazioni a priori, poi ci sono quelle obiettive, quando ormai i giochi sono fatti e hai già varcato la soglia della tua destinazione. L’indizio davvero rivelatore è molto semplice: l’umore del personale.
A Sterrekopje Farm, una country house a Franschhoek, un’oretta di auto a est di Cape Town, al cancello della tenuta arrivano ad accoglierti due giovani vestiti in abiti di lino rosa. Sorridono, ti accolgono con gioia, e lungo il breve tragitto fino alla reception raccontano orgogliosi quanto sia bello quel posto. Sono tutti così: chi ti riceve in casa, chi prende la valigia, chi ti accompagna in camera, la governante Pretty, la massaggiatrice Selene, lo chef indaffarato in cucina. Il punto è questo: se il personale è felice, vuol dire che è ben trattato e non sfruttato, che è coinvolto nel processo e considerato parte integrante del successo del luogo.
E non è solo una questione di sorrisi, che fanno sempre piacere quando ci si concede qualche giorno di vacanza, ma proprio di gioia e orgoglio per ciò che si fa. Ecco, quando ci sono queste premesse, il soggiorno ha ottime probabilità di essere memorabile. E Sterrekopje ne è un ottimo esempio.
Nicole Boekhoorn e Fleur Huijskens, le proprietarie di questa tenuta in una zona del Sudafrica di campi fertili ai piedi della montagna, hanno realizzato una casa aperta agli ospiti, un luogo dove riposare, rigenerarsi e riconnettersi, coltivare l’essere più che il fare. All’ingresso un grande tavolo con il raccolto del giorno (fiori, mele, broccoli…), un salotto per conversare, una biblioteca con libri aperti su frasi su cui meditare: «Non mi arrenderò all’età e incoraggio gli altri a fare lo stesso. Le donne dovrebbero essere orgogliose di ciò che sono in qualsiasi momento della loro vita. Quel che conta è lo stato della mente, il riso, l’amore», firmato Tina Turner.
Con questo pensiero e con un rituale ai piedi nella spa, che si trova nell’edificio più antico della tenuta, risalente al 1694, comincia il soggiorno. Piacevolmente anche per gli occhi, perché non c’è angolo dentro e fuori che non sia curato nei minimi particolari. I murales sono stati disegnati da artisti locali: finocchi, carciofi e altri ortaggi giganti in cucina, antichi Egizi nella spa, pavoni nell’orangerie. In inverno, ovvero quando da noi è estate, i camini sono accesi e le undici camere – «tutte diverse come i nostri ospiti», dicono le padrone di casa – sono pensate come «santuari» dove ritirarsi in intimità, arredati con mobili, oggetti e arte raccolti durante i viaggi. Qualcuna ha il bagno turco, qualcuna ha il letto a baldacchino, principesco, tutte hanno un cappello, ventaglio, borraccia, matite colorate, un mazzo di carte divinatorie e una piccola dispensa di conforto: infusi, cacao, latte d’avena.
Fonte: Il Sole 24 Ore