Stile veneziano e tecnologia: gli orologi Venezianico crescono del 49%

Il brand orologiero Venezianico, fondato nel 2017 dai fratelli Alberto e Alessandro Morelli, rispettivamente ceo e coo dell’azienda italiana, ha chiuso il 2024 con un turnover di 11 milioni di euro. Un risultato che ha segnato il +49% sul 2023, anno in cui aveva raggiunto i 7,4 milioni di euro, e il +253% sul 2022 in cui la performance era stata, invece, di 3,12 milioni di euro.

Un percorso di crescita costante, certificato dall’inaugurazione, lo scorso maggio, del Venezianico Atelier a San Donà di Piave (cittadina dove sono nati i Morelli, a pochi kilometri di distanza da Venezia), una location polifunzionale all’interno dello storico Palazzo Baradel, diventata sia sede dell’azienda sia spazio di vendita con vetrine su strada. Ma anche dall’accoglienza ricevuta dai nuovi modelli che hanno ampliato la proposta di orologi meccanici di una collezione che, come filosofia della marca, nel nome della linea o in alcuni dettagli estetici, richiama la città di Venezia.

Tra le novità ci sono stati due nuovi orologi della famiglia Nereide, l’inedito Arsenale Ultrablack con quadrante nero assoluto, ottenuto grazie all’utilizzo della vernice Mosou Black che assorbe il 99,4% della luce, e il Bucintoro 1969, un cronografo in edizione limitata a 69 esemplari dedicati alle missioni lunari. Quest’ultimo dotato di un movimento “storico” completamente restaurato, il Lemania 1873, è andato esaurito in soli 8 minuti.

«Il 2024 non è stato solo un anno di successi concreti, ma un tassello di un mosaico in continua costruzione», ha commentato Alberto Morelli. Guardando al 2025 appena iniziato, il ceo anticipa: «Lanceremo un nuovo movimento, il Calibro V5000, realizzato in 100 pezzi in collaborazione con la manifattura Oisa 1937. Si tratta di una sfida tecnica e creativa, ma anche di un’opportunità per definire sempre più chiaramente la nostra identità. Ci permetterà di mostrare ai nostri clienti che siamo un brand indipendente capace di produrre orologi di alta gamma».