Stop ai container sul Genoa terminal di Spinelli
Nuova bufera sull’imprenditore Aldo Spinelli, già implicato nell’inchiesta che ha coinvolto, e costretto alle dimissioni, l’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e l’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova ed ex ad di Iren, Paolo Signorini.
Il Consiglio di Stato ha stabilito che il gruppo Spinelli non potrà accogliere navi portacontenitori sul terminal multipurpose di Genova. Ha accolto, dunque, il ricorso della Società terminal contenitori di Genova (gruppo Sech-Psa), annullando una sentenza del Tar che, invece, era stata favorevole a Spinelli e alla port Authority genovese.
Annullata l’impostazione della concessione in vigore
Di fatto, la concessione del terminal a Gpt – Genoa port terminal (la società di gestione della banchina che fa capo a Spinelli e di cui Hapag Lloyd detiene il restante 49%) è annullata e la sentenza impone all’operatore genovese, ma anche all’Adsp (attualmente guidata dal commissario straordinario Massimo Seno) di rispettare il piano regolatore portuale del 2001, che prevedeva, per il terminal, una funzione multipurpose (cioè aperta a diversi tipi di traffico, ad esempio traghetti per le merci) .
La concessione rilasciata a Spinelli per i moli di Sampierdarena, e in vigore fino al 2056, in effetti, prescrive, per quei moli, una prevalenza di traffico multipurpose, garantendo però flessibilità, con una quota di traffico container. Secondo Sech-Psa l’attività di Spinelli era, in realtà, dedicata, nella quasi totalità, ai contenitori. E già nel 2021 il gruppo aveva presentato un ricorso al Tar, che, come si è accennato, era stato respinto. Il Cds, però, ora ribalta quella decisione.
«Modificato lo scenario del piano regolatore portuale»
I giudici scrivono che «il titolo impugnato ha nella sostanza autorizzato un terzo polo container in un ambito avente destinazione caratterizzante diversa, con ciò modificando profondamente lo scenario – anche concorrenziale – così come regolato a monte dal piano regolatore portuale».
Fonte: Il Sole 24 Ore