Stop alle riprese dei test per la patente se non c’è un accordo sindacale

Stop della Cassazione alle riprese dei test degli esami di guida, se non c’è prima un accordo con i sindacati dei lavoratori. L’uso delle telecamere, per controllare il corretto svolgimento delle prove da parte dei candidati, ha fatto scattare la condanna del ministero dei Trasporti per comportamento antisindacale, visto che gli apparecchi di videosorveglianza erano stati installati senza il via libera dell’Unione sindacale di base. Un ok necessario, perché la verifica della regolarità degli esami comporta, di fatto, anche un controllo dell’attività dei lavoratori.

La trasparenza imposta dal Codice della strada

Inutile per il ministero ricordare che la pubblicità della prova dell’esame per conseguire la patente, rientri nelle esigenze organizzative e produttive e sia imposta dal Codice della strada (artico 121) in quanto finalizzata ad assicurare la tutela di un bene estraneo al rapporto di lavoro: la trasparenza delle operazioni e l’autenticità delle risposte ai test fornite dai candidati. A salvare la legittimità delle riprese non basta neppure il carattere non occulto del mezzo di controllo la cui presenza non è ignota ai lavoratori. Né passa la tesi, sostenuta dal dicastero, dei controlli “difensivi” – in quanto utili a dimostrare la regolarità delle prove – che resterebbero fuori dai vincoli di legge. Sul punto gli ermellini ricordano, infatti, che i controlli difensivi sono sdoganati quando, occasionalmente, imprevedibilmente e secondo un giudizio di ragionevolezza ex ante, siano intercettati comportamenti del lavoratore «rilevanti essenzialmente in quanto illeciti». E, quasi sempre, significativi contrattualmente o di portata extracontrattuale.

Fonte: Il Sole 24 Ore