«Stop crimes in Palestine», la petizione per la pace di politici e intellettuali

«Una guerra bestiale, non più umana». È così che Massimo Amato, docente alla Bocconi di Milano, definisce quella in Medio Oriente. Proprio lui è tra i promotori, assieme alla deputata e già presidente della Camera, Laura Boldrini, e al giornalista Gianni Giovannetti, di un appello intitolato #StopCrimesInPalestine, ovvero «Stop ai crimini in Palestina», presentato stamattina nella sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana, in via delle Botteghe Oscure, a Roma.

«Chiediamo – si legge nella petizione – al Governo italiano e alla Commissione europea di mettere in atto tutti gli strumenti a loro disposizione non solo per giungere a un immediato cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, ma anche perché cessino immediatamente la detenzione arbitraria senza limiti di tempo dei prigionieri palestinesi e le pratiche di tortura ormai accertate, e perché si attui il rispetto incondizionato dei diritti umani».

Tra le richieste, anche «l’interruzione dell’invio delle armi al Governo israeliano, le sanzioni nei confronti di Netanyahu e dei suoi ministri che incitano all’odio e la sospensione dell’accordo di associazione Israele-Ue, che si basa sul rispetto dei diritti umani«. Oggi il messaggio è arrivato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e a quella della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, con due lettere in cui vengono richieste «iniziative concrete». L’appello è già stato firmato da una cinquantina di personalità tra politici, giornalisti e intellettuali italiani. Tra di loro anche il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, lo storico Alessandro Barbero, la scrittrice Dacia Maraini, l’attrice Alba Rohrwacher, la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante, il giornalista Corrado Formigli. E Mimmo Lucano, Cecilia Strada e altri ancora.

«Quando lo abbiamo concepito non si era ancora aperto il fronte libanese, – ha spiegato Boldrini – il nostro messaggio assume ora ancora più valore, se possibile». E ha aggiunto: «Stiamo assistendo all’annientamento del popolo palestines». Nel corso dell’incontro Boldrini ha presentato Yara Abushab, studentessa di Gaza arrivata un anno fa in Italia per un tirocinio di un mese, ma rimasta bloccata nel nostro Paese per lo scoppio della guerra. Grazie a una campagna di crowdfunding la ragazza è riuscita a salvare parte della propria famiglia, che ha così potuto varcare il valico di Rafah. Poi, le testimonianze video di Yousef Hamdouna, palestinese residente in Italia, Ori Goldberg, analista politico israeliano, e un messaggio da Gaza di chi vive sotto le bombe. Da oggi l’appello potrà essere firmato anche online attraverso la piattaforma Change.org.

Fonte: Il Sole 24 Ore