Storia di Cimminelli: dal Grande Toro all’azienda paterna in Corea del Sud

Storia di Cimminelli: dal Grande Toro all’azienda paterna in Corea del Sud

A Torino, la Corea del Sud è un osservato speciale ed è molto più vicina dei 9mila chilometri che la geografia la separa dell’Italia. Tra coloro che seguono freneticamente la crisi del paese asiatico, c’è Simone Cimminelli: 42 anni, di mestiere va in cerca di unicorni, di aziende da far diventare delle future Apple: un po’ business angel, un po’ investitore di rischio. Ma una parte del suo cuore batte a : è il principale azionista di Kftec, colosso industriale del mondo auto.

Cimminelli, che vive tra Londra (ha una casa a Wimbledon) e l’Italia, è un figlio d’arte. Il padre, Francesco, è stato famosissimo in Italia, nel calcio.

Uno juventino al Grande Toro

Il cognome Cimminelli è scolpito nella pietra tra i tifosi del Torino Calcio: Franco è stato presidente per appena 5 anni, dal 2000 al 2005 e, purtroppo per lui, si porta dietro la fama del patron che fece fallire il club, dopo una gestione di spese folli per comprare giocatori. Il calcio, però, era solo una “distrazione”: il suo impero, cresciuto sotto l’ombra della Mole e del Lingotto, era nella plastica: costruiva parti per le automobili Fiat, quando la Fiat produceva 700mila veicoli all’anno.

Arrivato dalla Calabria negli Anni ’60, Francesco, ma per tutt Franco, aveva fondata una sua azienda: si chiama Ergom. Sono gli anni del Boom, sono gli anni della Fiat più grande e ricca azienda privata in Italia. Da azienda importante dell’indotto di Casa Agnelli, la Ergom diventa grande e Cimminelli ha successo. Così successo che negli Anni ’80 sul finire degli anni ’90, l’allora numero uno dell’allora Fiat (poi FCA poi Stellantis), Paolo Cantarella, quando ancora l’Avvocato Gianni era il dominus (come presidente), accanito tifoso granata, chiede al “Cimmi” di farsi avanti per comprare il «Grande Toro» dall’imprenditore Massimo Vidulich, che era appena due anni prima ma già era in difficoltà. E se Cantarella era un granata “imbucato” nel cuore della proprietà della Juventus, Cimminelli era invece un “gobbo” che però non poteva dire di no al suo maggior cliente. Scomparirà nel 2012, dopo che a due anni dal crack del Torino avrà venduto la Ergom direttamente alla Fiat di Sergio Marchionne e John Elkann. Lascia il figlio Simone, 30enne, a dover prendere in mano le redini della famiglia.

Un gioiello nascosto in Asia

Cimminelli Jr. impara subito la lezione del padre: niente calcio. Forte di una laurea alla ESCP di Parigi e un master in scienze alla UCL di Londra, entra nel mondo della finanza. Ma il grosso degli affari continuerà ad arrivare dall’industria automobilistica, anche se lontano a Torino. Il padre gli lascia in eredità una società chiamata SIS Srl: è una holding e in pancia c’è anche la quota di un’azienda in Corea del Sud. L’azienda si chiama Kftec (Korean Fuel Tech Corporation) era stata fondata nel 1986 come Air Korea. Nel 1999, mentre il “Cimmi” si sta preparando a diventare il presidente del Toro, ancora incroci con il calcio, la Ergom stringe un’alleanza il gruppo coreano, che produce filtri per le auto: due anni dopo Kftec diventa fornitore di filtri per tutta la Fiat. Negli anni, Cimminelli Sr. diventa l’azionista di peso: oggi la SIS detiene il 34%, quota che ne fa il socio di maggioranza relativa, e l’azienda fornisce tutta l’industria dell’auto, dalle connazionali KIA e Hyunday a Volvo, Nissan e Porsche.

Fonte: Il Sole 24 Ore