Studenti, il 64% dei contratti sono transitori annuali. Canoni ancora in crescita
Il 30% di chi prende casa a Bologna lo fa per motivi di studio. E’ la percentuale – secondo le ultime rilevazioni della rete di agenzie Tecnocasa e Tecnorete -. Seguono Genova e Milano con il 16,7% e il 14,1 per cento. Con gli studenti si stipulano soprattutto contratti transitori annuali (64,4% dei contratti che interessano questa categoria di inquilini) e a canone libero (28,2 per cento), ma si chiede ai genitori di fornire garanzie con documentazione reddituale. Capita, poi, spesso, che, dopo un anno in cui si è in affitto, se i ragazzi confermano la loro scelta accademica, i genitori decidano di acquistare la casa, opzione ancora più probabile se i figli che studiano fuori sede sono più di uno.
Le tendenze
«Le tipologie più locate dagli universitari – spiega sempre Tecnocasa – sono i bilocali (36,9%) e i trilocali (23,9 per cento). Rispetto a un anno fa si nota un aumento della percentuale di affitto di quattro locali. Questo risultato potrebbe essere dovuto alla netta preferenza per la camera singola, prevalentemente per una questione di privacy. La scelta della camera doppia avviene quasi sempre tra persone legate da parentela oppure tra amici. Succede spesso, infatti, che gruppi di amici si presentino nelle agenzie del Gruppo per trovare un appartamento da condividere. La casa con due camere e due bagni è una soluzione che incontra spesso il favore dei ragazzi».
Fondamentale la vicinanza alle facoltà universitarie (o all’ospedale per chi studia medicina), motivo per cui raramente i ragazzi si spostano nell’hinterland delle grandi città per trovare l’immobile adatto. A seguire, la tranquillità della zona, la presenza di attività commerciali e di mezzi di trasporto che consentono di raggiungere le zone universitarie quando distanti. Sempre più si cercano abitazioni in buono stato e arredate ed è sempre più difficile affittare le soluzioni in cattivo stato di manutenzione, come spesso accadeva in passato; i potenziali inquilini sono diventati molto più esigenti. Il collegamento internet e wi-fi è apprezzato, ma non indispensabile. Anche la luminosità dell’appartamento gioca un ruolo importante nella scelta.
I prezzi degli affitti
In questo quadro, crescono anche i prezzi medi degli affitti nelle principali città universitarie del Paese: a ottobre 2024 tutte le tipologie abitative segnano aumenti dei canoni d’affitto, compreso il costo medio di una stanza. È così a Roma, Napoli, Torino, Bologna e Milano. Lo stabilisce l’indagine di Maiora Solutions, startup innovativa specializzata nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale e analisi avanzata dei dati per aziende di diversi settori, che ha analizzato oltre 10.000 annunci di affitto, confrontando ottobre 2024 con ottobre 2023, nelle città che ospitano i più grandi atenei del Paese.
«Con l’inizio del nuovo anno accademico – commenta Andrea Torassa, fondatore di Maiora Solutions – abbiamo analizzato il mercato degli affitti nelle principali città universitarie del Paese, dove si concentrano gli atenei più grandi e che ogni anno richiamano un gran numero di studenti fuori sede, anche dall’estero. I risultati delle analisi effettuate attraverso gli algoritmi di Epona evidenziano che quest’anno, rispetto al 2023, la crescita del costo medio dell’affitto è generale e coinvolge tutte le città osservate. Milano rappresenta un unicum: i rincari, per tutte le tipologie abitative, sono molto contenuti, addirittura è in calo il costo medio del canone per i bilocali, ma la città resta comunque molto cara e per una stanza singola servono mediamente 1.200 euro, meno della metà a Napoli e quasi un terzo a Torino. Per Milano abbiamo l’analisi ha coinvolto anche i singoli quartieri, per dare una completa mappatura della città e contestualizzare al meglio il mercato delle locazioni».
Fonte: Il Sole 24 Ore