Studi professionali in prima linea nei piani aziendali per i vaccini anti Covid

Studi professionali in prima linea nei piani aziendali per i vaccini anti Covid

Gli studi professionali protagonisti attivi nei piani aziendali finalizzati alla creazione di punti vaccinali per i lavoratori. Il 6 aprile 2021, è stato sottoscritto il «Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/ Covid-19 nei luoghi di lavoro», adottato su invito di ministeri del Lavoro e della Salute. Il protocollo è stato sottoscritto, tra gli altri, da tre ministeri (Salute, Lavoro, Politiche sociali), da Confindustria, da Abi e da Confprofessioni; in tutto sono 30 le firme in calce, incluse quelle dei sindacati. Proprio la partecipazione di Confprofessioni apre al coinvolgimento dei datori di lavoro, dei collaboratori e dei dipendenti degli studi professionali.
I datori di lavoro grazie a questo documento, potranno proporre all’azienda sanitaria di riferimento piani aziendali per predisporre punti straordinari di vaccinazione contro il Covid-19 nei luoghi di lavoro, per garantire la somministrazione del vaccino a lavoratrici e lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta. Confprofessioni, per l’attuazione dei piani, potrà avvalersi della rete dei medici di medicina generale, dei dentisti e dei pediatri che hanno sottoscritto già delle convenzioni con il ministero della Salute per ampliare la rete dei soggetti vaccinatori. Secondo il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella «Il protocollo sulle vaccinazioni, che andrà a integrare il protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sottoscritto nell’aprile 2020, mira ad accelerare la realizzazione del piano vaccinale per garantire una vera ripartenza, con la riapertura in sicurezza delle attività commerciali e produttive sull’intero territorio nazionale».

Il protocollo per i piani aziendali

Il protocollo ha l’obiettivo di concorrere alla rapida realizzazione della campagna vaccinale attraverso il coinvolgimento delle realtà produttive in maniera coordinata e uniforme sull’intero territorio nazionale. È composto da 16 punti, che ne stabiliscono il perimetro di azione.
Viene chiarito da subito che la somministrazione del vaccino sarà fatta ai lavoratori – e agli stessi datori di lavoro – che ne faranno richiesta (punto 2 e punto 8).
Nel piano aziendale da presentare alla Asl bisognerà specificare il numero di vaccini necessari; i costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi i costi per la somministrazione, sono a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe ed aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei Servizi sanitari regionali territorialmente competenti.
Spetterà ai datori di lavoro fornire ai lavoratori le informazioni necessarie, mentre la somministrazione verrà effettuata da operatori sanitari adeguatamente formati.
La somministrazione dei vaccini potrà avvenire in locali dell’azienda, che dovranno essere idonei e rispettare i requisiti minimi definiti con le «Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro» e se svolta nelle ore di lavoro il tempo necessario sarà considerato “lavoro”.
I datori di lavoro, in alternativa alla vaccinazione diretta, potranno sottoscrivere convenzioni con strutture sanitarie private, il costo sarà a loro carico (ad eccezione dei vaccini che restano in carico al Sistema sanitario regionale).
Chi non è tenuto alla nomina del medico competente e non può fare ricorso a strutture sanitarie private potrà utilizzare le strutture sanitarie dell’Inail; in questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri restano a carico dell’Inail.
I medici, il personale sanitario e di supporto coinvolto nelle vaccinazioni potranno fruire, attraverso la piattaforma Iss, di un corso di formazione da hoc realizzato anche con il coinvolgimento dell’Inail che contribuirà in collaborazione con i ministeri della Salute e del Lavoro alla predisposizione di materiale informativo destinato ai datori di lavoro, alle lavoratrici e ai lavoratori e alle figure della prevenzione.

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Misure di contrasto e di contenimento

Il 6 aprile è stato anche sottoscritto il «Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro» che aggiorna e rinnova i precedenti accordi. È composto da 13 argomenti e chiarisce i comportamenti che il datore di lavoro deve adottare sia dal punto di vista della prevenzione che della gestione in caso di contagio. Il protocollo chiarisce quali sono le informazioni da fornire ai dipendenti, le modalità di ingresso in azienda di dipendenti e fornitori esterni, la sanificazione, la pulizia, l’igiene personale, i dispositivi di protezione, la gestione degli spazi comuni, come la mensa, l’organizzazione del lavoro (turnazione, trasferte, smart working eccetera), gli spostamenti interni per riunioni, eventi e formazione; la gestione di una persona sintomatica in azienda; la sorveglianza sanitaria; e l’aggiornamento del protocollo di regolamentazione attraverso l’attività di un comitato che monitora l’applicazione delle misure e la loro efficacia.

Fonte: Il Sole 24 Ore