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Studio Netflix-Certa (Università Cattolica): la rivincita della «Tv di famiglia»
Nell’immaginario collettivo, la televisione di famiglia evoca immagini del passato: genitori e figli riuniti sul divano, condividendo emozioni davanti a un film o una serie. Eppure, la co-visione non è una reliquia del passato, bensì una realtà ben radicata nel presente. In un’epoca in cui gli schermi, ben più di uno a persona, finiscono per separare, un fenomeno sorprendente emerge: la co-visione. La pratica di guardare contenuti insieme, in famiglia, non solo sopravvive, ma si rafforza, restituendo al piccolo schermo un ruolo centrale nelle dinamiche domestiche. A confermarlo è la ricerca TVgether, realizzata da Netflix in collaborazione con il Ce.R.T.A. – Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano.
La riscoperta del co-viewing
I numeri sono eloquenti. Secondo lo studio, ben l’82% degli adulti e il 90% dei ragazzi considera il co-viewing un momento di divertimento e connessione. Non solo: il 75% degli adulti e l’88% dei ragazzi lo vede come un’opportunità per stimolare il dialogo e lo scambio di opinioni. Da questa ricerca Netflix risulta come il piatto forte della co-visione. Un genitore su tre indica la piattaforma di streaming come la scelta privilegiata per i momenti di intrattenimento condiviso. L’abbondanza di contenuti, la varietà dei generi e un’interfaccia intuitiva rendono Netflix il compagno ideale per le serate in famiglia.
La smart TV si conferma il dispositivo prediletto per la co-visione: il 57% degli intervistati dichiara di utilizzarla come principale strumento di fruizione condivisa. Questo dato conferma che, nonostante la proliferazione di dispositivi mobili e visioni individuali, il salotto resta il teatro privilegiato della condivisione audiovisiva.
La Tv che diventa dialogo
Ma guardare insieme un film o una serie non si risolve in un semplice passare il tempo insieme. La ricerca dimostra che il co-viewing diventa un motore di dialogo intergenerazionale. Il 56% delle famiglie dichiara di utilizzare i contenuti audiovisivi come spunto per affrontare temi educativi, come il rispetto delle regole, l’ecologia e il cambiamento climatico. Il 41% utilizza film e serie per parlare di bullismo, mentre il 35% affronta il tema del razzismo attraverso le storie viste insieme.
In questo contesto, emerge anche la pratica del retrowatching: il 45% dei genitori introduce ai figli film e serie del proprio passato, trasformando la visione in un ponte tra generazioni. Una famiglia su due sceglie di guardare film classici, non solo per intrattenere, ma per trasmettere valori e costruire una memoria comune.
Fonte: Il Sole 24 Ore