Suicidio assistito, la Consulta: è necessaria la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale

Nella perdurante assenza di una legge che regoli la materia, i requisiti per l’accesso al suicidio assistito restano quelli stabiliti dalla sentenza n. 242 del 2019, compresa la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, il cui significato deve però essere correttamente interpretato in conformità alla ratio sottostante a quella sentenza. Tutti i requisiti devono essere accertati dal servizio sanitario nazionale, con le modalità procedurali stabilite in quella sentenza. Lo ha stabilito la Corte costituzionale.

I requisiti necessari

I seguenti requisiti devono essere accertati dal servizio sanitario nazionale, con le modalità procedurali stabilite in quella sentenza
(a) irreversibilità della patologia;
(b) presenza di sofferenze fisiche o psicologiche, che il paziente reputa intollerabili:
(c) dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale:
(d) capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.

La sentenza odierna

Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 135 depositata oggi, nel dichiarare non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Gip di Firenze sull’articolo 580 del Codice penale, che miravano a estendere l’area della non punibilità del suicidio assistito oltre i confini stabiliti dalla Corte con la precedente sentenza del 2019.

La questione da cui tutto deriva

Le questioni nascevano da un procedimento penale contro Marco Cappato, rappresentante legale dell’Associazione soccorso civile, Chiara Lalli e Felicetta Maltese, che hanno Massimiliano, toscano 44enne, in Svizzera per poter ricorrere al suicidio medicalmente assistito.
Il gip di Firenze ha rilevato che il paziente si trovava in una condizione di acuta sofferenza, determinata da una patologia irreversibile e aveva formato la propria decisione in modo libero e consapevole, ma non era tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale.
Pertanto ha ritenuto che non sussistessero tutte le condizioni di non punibilità del suicidio assistito fissate dalla Corte nella sentenza n. 242 del 2019.

La dipendenza da trattamenti di sostegno vitale

Il gip fiorentino a questo punto, ha chiesto alla Corte di rimuovere il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale, ritenendolo in contrasto con i principi costituzionali di eguaglianza, di autodeterminazione terapeutica, di dignità della persona, nonché con il diritto al rispetto della vita privata riconosciuto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel giudizio di legittimità costituzionale è stato ammesso l’intervento di due donne affette da analoghe patologie, a sostegno delle questioni prospettate. Numerosi amici curiae hanno depositato opinioni favorevoli o contrarie all’accoglimento delle questioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore