Sul bancale arriva l’inverno dell’industria

Sul bancale arriva l’inverno dell’industria

«La media dice -15%? Forse a qualcuno è andata meglio rispetto a noi». Per l’azienda di Cecilia Sacchi, l’omonimo produttore di pallet di Latina, in effetti il 2023 è non è stato un anno da incorniciare. E se il crollo del 40% dei ricavi è soprattutto “figlio” della discesa dei prezzi della materia prima, la frenata dei volumi racconta invece qualcosa di diverso, di più strutturale. Segnali importanti, quelli lanciati dal settore degli imballaggi in legno, che rispetto ad altri presenta in effetti una caratteristica unica: l’essere presente ovunque.

E non è un modo di dire. Perché prendendo in esame un prodotto a caso, dalle bevande alle piastrelle; dalle caldaie alle guarnizioni, dai macchinari agli infissi; dai pomodori alle aspirine, l’elemento unificante, quello che non manca mai, è sempre e comunque il pallet. Bancale di legno di dimensioni e caratteristiche definite che rappresenta l’architrave della catena logistica, strumento standard che permea trasporto e movimentazione nei magazzini, supporti che si presentano con una pervasività assoluta e che proprio per questo forniscono una cartina di tornasole unica per comprendere a colpo d’occhio lo stato di salute dell’intera industria. Produzione di pallet che in effetti fornisce dati eloquenti, con una caduta a doppia cifra nell’intero 2023, in accelerazione nel corso dell’ultima parte dell’anno.

I 2,7 milioni di metri cubi di legname trasformato (tipologia Fitok, nelle elaborazioni dell’ufficio studi di Conlegno) rappresentano un calo del 15% rispetto all’anno precedente, portando ad un nuovo minimo dal crollo verticale del 2020, quando però il venir meno della domanda si era concentrato in particolare nel secondo trimestre ed era legato all’emergenza Covid. Ora, dopo un periodo “stellare”, con volumi lievitati del 23% nel 2021, poi mantenuti l’anno successivo nonostante l’impazzimento dei prezzi e le crisi della supply chain, con questa caduta si ritorna di fatto ai livelli pre-crisi.

Se la tipologia di imballi Epal destinata all’esportazione cede solo il 6% nei volumi è grazie ai prodotti riparati, perché la nuova produzione anche in questo caso è in discesa a doppia cifra, in calo del 14% con oltre un milione di pezzi in meno.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore