Sull’Italia pesa l’inefficienza degli edifici

Sull’Italia pesa l’inefficienza degli edifici

L’Italia è indubbiamente un Paese con un patrimonio immobiliare peculiare, caratterizzato da edifici storici ed artistici, agglomerati che risalgono al Medioevo, palazzi di inizio 900 o fine 800. Il che rende il nostro Paese praticamente unico per un acquirente di case, ma con un effetto secondario importante: la maggior parte degli edifici ricade in categorie energetiche pessime.

Metà degli edifici nelle ultime categorie

Secondo i dati Siape, ben il 45% degli immobili certificati nel 2023 rientra nelle peggiori classe energetiche, vale a dire nelle categorie F e G, lanciando nel nostro Paese un’importante sfida alla riqualificazione e la riduzione dei consumi.

Circa il 16% degli oltre 1,1 milioni di certificati Ape emessi nel 2023 si colloca però nella categoria A, il che equivale a un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente, con +4% e un relativo ridimensionamento delle classi peggiori del 6 per cento.

Ad oggi, in Europa gli edifici determinano il 36% delle emissioni Ghg (gas a effetto serra) , confermando il ruolo fondamentale del settore delle costruzioni per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Per questo, ad aprile, l’Ue ha approvato la direttiva “case green”, che punta a ridurre il consumo energetico e le emissioni clima-alteranti di case e palazzi entro il 2035 e arrivare al 2050 alla completa “decarbonizzazione edilizia”. In Italia, la corsa verso la riqualificazione energetica degli immobili ha avuto un notevole impulso grazie al Superbonus 110%. Secondo Ance, grazie alla misura, il 5,8% del patrimonio edilizio nazionale è stato riqualificato.

Ma qual è la situazione generale sul nostro territorio? Quanto sono efficienti i nostri edifici? Una chiave di lettura arriva dall’elaborazione di Saie dei dati Siape, il Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica sviluppato da Enea. Quello della riqualificazione energetica è un tema talmente prioritario da essere stato al centro della passata manifestazione di Saie Bologna, da cui sono emersi dati dettagliati sul panorama edilizio italiano. Secondo le ultime rilevazioni, i certificati Ape richiesti dal 2015, anno di attivazione del sistema, a oggi sono quasi 6 milioni, di cui 1,1 milioni solo nel 2023 (+12% rispetto al 2022). Sempre nel 2023, a ricadere nelle classi energetiche peggiori (F e G) è quasi la metà degli edifici certificati (45%). Quelli appartenenti alla classe A, sommando A4, A3, A2, e A1, sono invece circa il 16 per cento.

Fonte: Il Sole 24 Ore