Superbonus, ipotesi ammorbidimento per le plusvalenze tassate
Alleggerire la disciplina delle plusvalenze tassate legata al superbonus, pensata per colpire con un carico extra di imposte chi ha utilizzato la maxi-agevolazione e, dopo poco, vende il suo immobile. C’è questo obiettivo dietro uno degli emendamenti appena presentati al disegno di legge di Bilancio, firmato da tre esponenti di Fratelli d’Italia: Lavinia Mennuni, Guido Quintino Liris e Matteo Gelmetti.
Emendamenti che, comunque, non saranno esaminati prima dell’inizio della prossima settimana, quando sono programmate le dichiarazioni di ammissibilità e le riunioni dei gruppi con relatori e Governo per una prima scrematura delle proposte. Il voto dovrebbe, poi, materialmente iniziare solo la settimana successiva, per consentire al provvedimento di approdare in Aula entro la fine del mese.
Meno immobili tassati per plusvalenze 110%
alle plusvalenze, il primo ammorbidimento viene realizzato restringendo il perimetro degli immobili sottoposti a tassazione. Se la disciplina attuale colpisce le plusvalenze relative a immobili ristrutturati con il superbonus per dieci anni, la prima modifica riduce questo arco temporale a cinque anni. Solo in questo tempo, calcolato tra ristrutturazione e vendita, in base alla proposta di modifica potrebbe scattare la tassazione extra.
Accanto a questo, viene ipotizzato un alleggerimento per i rogiti completati nel 2024 ma relativi a preliminari sottoscritti prima. Sul punto, bisogna ricordare che la disciplina delle plusvalenze è stata introdotta con la manovra 2024, ed è quindi operativa dal primo gennaio di quest’anno, seppure con un lungo periodo di incertezza, legato alla mancanza per molti mesi di chiarimenti operativi.
La proposta di modifica ipotizza che «la plusvalenza introdotta» dalla legge di Bilancio 2024 «non si applica in relazione agli immobili che sono stati trasferiti definitivamente a decorrere dal 1° gennaio 2024 in esecuzione di un contratto preliminare registrato o trascritto prima di tale data». In altre parole, vengono protetti quegli accordi che, nella sostanza, erano già definiti prima dell’attivazione del nuovo regime.
Fonte: Il Sole 24 Ore