Superbonus, ultima volata per evitare il taglio. Niente appello per chi sbaglia

Superbonus, ultima volata per evitare il taglio. Niente appello per chi sbaglia

Ultima chiamata per le comunicazioni di cessione e sconto in fattura relative alle spese 2023. Scade giovedì 4 aprile la possibilità di inviare i dati all’agenzia delle Entrate, dopo che il Dl n. 39/2024 ha chiuso le porte ai tempi supplementari della remissione in bonis. Di fatto sarà un click day per molti contribuenti: in tanti non riusciranno a chiudere in tempo le procedure, perdendo almeno in parte le detrazioni maturate.

Il termine del 4 aprile

Il 4 aprile era, fino a pochi giorni fa, la prima scadenza per comunicare le opzioni di cessione del credito relative alle spese 2023 (e le rate residue relative agli anni precedenti). In caso di ritardi, c’era il salvagente del 15 ottobre, il termine per la sanatoria (a pagamento) della remissione in bonis. Questa chance di tempi supplementari ora è stata bloccata; la dead line del 4 aprile diventa l’ultima finestra disponibile.

Entro questo termine bisognerà comunicare la volontà di avvalersi della cessione del credito o dello sconto in fattura per spese effettuate nel corso del 2023. Essenziale avere trovato un compratore: un dettaglio non irrilevante in una fase nella quale il mercato finanziario ha praticamente bloccato, salvo poche eccezioni, l’acquisto di questi crediti fiscali.

Vietati errori

A rendere ancora più delicata la scadenza è il fatto che sarà vietato commettere errori. Sempre il decreto 39/2024, infatti, impone che le comunicazioni inviate dal 1° al 4 aprile prossimo siano sostituite soltanto entro il termine del 4 aprile. In sostanza, chi sbaglia in questi giorni perde cessione del credito e sconto in fattura, senza possibilità di appello.

Platea da 40 miliardi

La corsa verso questo click day coinvolgerà oltre 40 miliardi di potenziali crediti fiscali. Sono le detrazioni relative al superbonus maturate nel corso del 2023 che, in gran parte, fanno riferimento a Cilas presentate entro il 17 febbraio del 2023. In gran parte rischiano di non accedere alla cessione: a quel punto, l’unica strada sarà quella della detrazione con il rischio di non avere liquidità per far avanzare i cantieri.

Fonte: Il Sole 24 Ore