SuperChampions, più partite ma i ricavi non saliranno per tutti allo stesso modo
Con il sorteggio della SuperChampions inizia di fatto il nuovo triennio delle competizioni Uefa. Manifestazioni rinnovate appunto nella formula, con un maggior numero di partite, con un algoritmo che decide il calendario per ciascuna squadra e parecchie modifiche alla distribuzione dei premi. Modifiche che alla fine potrebbero non rendere felici tutti i club partecipanti. Perchè se l’aumento dei match è certo non lo è altrettanto l’incremento dei ricavi per tutti. Anzi. Ma come funzionano i tornei e quali regole sono cambiate?
SuperChampions
Le 36 partecipanti (4 in più) giocheranno 8 partite, 4 in casa e 4 fuori, contro squadre diverse, sulla base di un sorteggio che terrà conto del livello degli avversari inseriti in quattro fasce in base al ranking. Sarà poi stilata una classifica unica. Le primo otto accederanno agli ottavi ad eliminazione diretta. Le ultime otto saranno eliminate (e non scaleranno più in Europa League come avvenuto finora). Le altre 24 disputeranno un play-off con partite di andata e ritorno. Il percorso europeo dipenderà molto, dunque, dalla sorte e dalla collocazione nel tabellone. Per incoronare il club campione d’Europa – il 31 maggio 2025 a Monaco di Baviera – si dovranno disputare 189 partite, invece delle attuali 125, il 51% in più (si giocherà anche a gennaio le ultime due giornate del girone unico).
Le altre due competizioni
Anche l’Europa League subisce questa trasformazione, con 36 club e un aumento dei match complessivi da 141 a 189 (pari al 34%) per giungere alla tappa conclusiva a Bilbao il 21 maggio 2025. La Conference league, invece, ha una minore crescita del numero di gare in quanto nella fase a gironi ogni club affronterà sei squadre diverse (tre in casa, tre in trasferta) e non otto. Per il resto, si seguirà il modello della SuperChampions. Per arrivare alla finale del 28 maggio 2025 allo Stadion Wrocław, in Polonia, si dovranno tenere 153 match contro i 141 attuali (+8,5%).
I ricavi della Uefa
Il fatturato delle tre coppe europee per il triennio 2024/27 con i nuovi format è stato di 4,4 miliardi a stagione, rispetto ai 3,5 miliardi incassati nel triennio precedente (un aumento di circa il 26%). La Uefa tratterrà 231 milioni (erano 190 finora), mentre destinerà ai club che non parteciperanno a nessuna delle tre competizioni 440 milioni. Nel dettaglio, 308 milioni (anziché 140, con un aumento del 120%) andranno ai club non qualificati e 132 ai club estromessi nei turni preliminari. Infine, 387 milioni saranno assorbiti dalle spese organizzative, aumentate del 20% circa rispetto al passato. I pagamenti netti per i 108 club salgono così da 2,7 miliardi a 3,3 miliardi (+21%). La distribuzione tra le tre coppe sarà, come sempre, a vantaggio della Champions che attira maggiori contratti tv e sponsor: alla principale competizione andranno 2,4 miliardi (435 milioni in più che in passato), all’Europa League 565 milioni (100 milioni in più) e alla Conference 285 milioni (50 milioni in più).
I criteri di ripartizione
Come saranno suddivise tra i club queste quote? Anche su questo fronte Nyon ha introdotto delle novità. In Champions la partecipazione al girone varrà in totale 670 milioni (circa il 27,5%) distribuiti equamente; market pool (diritti tv nazionali) e ranking storico saranno accorpati e ridotti dal 45% al 35% del totale per un valore di 850 milioni (anziché 900); i risultati in campo peseranno dalla prossima annata il 37,5% per un ammontare di 950 milioni (invece di 600 milioni).
Fonte: Il Sole 24 Ore