Tagli pubblici e privati: ecco i musei che aprono e che chiudono
Che cosa ha in serbo il mondo dell’arte per il 2025? Come ogni anno, tra dicembre e gennaio, piovono gli annunci di grandi mostre e aperture di nuovi musei nei mesi a venire. E nonostante i tagli alla cultura a livello pubblico e le difficoltà dei musei statali, non solo in Italia ma anche all’estero, il paesaggio museale riesce ancora, fortunatamente, ad arricchirsi di nuove iniziative, che nascono spesso grazie a finanziamenti privati, soprattutto dal settore immobiliare. Ma non mancano anche le chiusure.
Arte e mondo immobiliare
Per esempio, a Praga nel palazzo barocco Savarin, restaurato dal gruppo immobiliare ceco Crestyl, apre a gennaio il nuovo Mucha Museum per rendere tributo al maestro dell’Art Nouveau Alphonse Mucha (1860-1939). A lungo sottovalutato durante il regime comunista, il museo mira a riscrivere la sua storia e mettere in luce la sua influenza a livello internazionale. C’è dietro la Fondazione Mucha, istituita nel 1992 dal nipote John Mucha e dalla nuora Geraldine Thomsen Mucha. Da allora l’ente ha organizzato più di 90 mostre in tutto il mondo, di cui alcune in corso in Giappone e negli Usa.
Arte e mondo immobiliare anche a Lisbona, dove apre il prossimo 22 marzo il MACAM – Museu de Arte Contemporânea Armando Martins, dal nome del fondatore negli anni 90 del Grupo Fibeira, attivo in ambito immobiliare, alberghiero e dei servizi. Collezionista dall’età di 18 anni, intende mostrare la sua raccolta di più di 600 opere d’arte portoghese e internazionale dal 1800 a oggi. Il format è del tutto particolare e dimostra come arte, lusso e ospitalità siano sempre più legati. Si tratta, infatti, di un museo-hotel a cinque stelle con 64 camere nel settecentesco Palácio Condes da Ribeira Grande, 13mila m2 di cui 2mila di spazio espositivo, opere sparse in tutti gli ambienti, su progetto architettonico dello studio portoghese MetroUrbe.
Riaperture ed espansioni
Nato dalla ricchezza derivata dal settore immobiliare anche il MACAAL – Museum of African Contemporary Art Al Maaden a Marrakech, promosso dalla Fondation Alliances del gruppo immobiliare marocchino Groupe Alliance, che in questo caso riapre. Infatti, il museo, presieduto da Othman Lazraq, figlio del fondatore del gruppo, Alami Lazraq, da cui ha ereditato anche la passione per il collezionismo, è nato nel 2016, ma ora si arricchisce di spazi per espore a rotazione più di 150 opere dalla collezione d’arte africana, internazionale e della diaspora appartenente alla famiglia con un patrimonio complessivo di 2.500 opere.
A New York ci saranno diverse riaperture: la Frick Collection inaugura ad aprile dopo un intervento costato 290 milioni di dollari, firmato da Selldorf Architects, mentre a maggio riaprirà al Metropolitan l’ala Michael C. Rockefeller, chiusa dal 2021, per mostrare oggetti e opere dall’Africa, dall’America precoloniale e dall’Oceania. In autunno riaprirà lo Studio Museum di Harlem a New York, punto di riferimento per l’arte afro-americana, chiuso dal 2018. Il nuovo edificio, progettato dall’archistar David Adjaye, è costato 300 milioni di dollari.
Anche il New Museum inaugurerà in autunno uno spettacolare nuovo edificio accanto a quello attuale, su progetto di Rem Koolhaas e Shohei Shigematsu per un costo di 82 milioni di dollari. Verso la fine dell’anno anche al Portland Art Museum inaugurerà un’espansione da 111 milioni di dollari, nella quale si rinuncerà alle gerarchie espositive tradizionali per favorire presentazioni tematiche che mettono al centro la comunità e l’identità locali.
Fonte: Il Sole 24 Ore