Tajani: export architrave, puntiamo a quota 700 miliardi entro il 2027
L’export dopo una crescita sostenuta da due anni è abbastanza stazionario, ma per Tajani le prospettive ora sono buone: «Continuiamo a credere che sia raggiungibile un obiettivo di export ambizioso, in grado di trainare l’economia italiana: l’obiettivo di oltre 700 miliardi di euro entro la fine della legislatura (2027, ndr). Per parte mia e del Governo esprimo qui l’impegno ad operare concretamente perché possiamo tagliare insieme questo traguardo per il Sistema Italia». Ma – aggiunge – c’è anche un altro obiettivo, «quello di aumentare il valore aggiunto delle nostre esportazioni, incrementando il contenuto tecnologico e innovativo di ciò che esportiamo, dato che questi prodotti risultano meno vulnerabili alla competizione e creeranno maggiore reddito e occupazione di più elevata qualità».
Quali sono gli obiettivi “geografici” dei prodotti per arrivare all’obiettivo dei 700 miliardi? «Anzitutto sui grandi mercati di sbocco dobbiamo fare un lavoro sempre più sofisticato per arrivare a nuovi compratori e nuovi clienti, entrando in nuove nicchie in cui c’è fame di prodotti “Made in Italy”. Per fare degli esempi, negli Stati Uniti dobbiamo arrivare in molti Stati lontani dalle due coste dove c’è ancora molto spazio di crescita. Nella stessa Germania, che è in fase di cambiamento strutturale verso le tecnologie verdi, dobbiamo portare più Made in Italy innovativo, che è uno dei nostri punti di forza. Inoltre – aggiunge – siamo impegnati a Bruxelles per stimolare un rilancio delle politiche industriali europee e un approccio più pragmatico in materia di cambiamento climatico, che sia sostenibile per l’industria europea, a partire dall’industria dell’auto. Allo stesso tempo, intendiamo appoggiare le nostre imprese del settore della componentistica affinché possano diversificare la propria produzione verso settori a più alto tasso di sviluppo ed espandere il proprio export in altri mercati».
La Cina è la grande incognita. «In Cina, occorre una strategia volta ad espandere la penetrazione dei nostri prodotti di lusso, che rimangono ancora indietro rispetto a quelli di altri paesi. Il rafforzamento dell’azione a sostegno dell’export verso il mercato cinese per le imprese italiane è stato al centro di molteplici iniziative: a settembre 2023 mi sono recato a Pechino per guidare il Comitato governativo congiunto, discutere l’uscita dalla Belt and Road Initiative e rilanciare su nuove basi il partenariato bilaterale. Ha fatto seguito, ad aprile 2024, la convocazione di un forum di dialogo imprenditoriale a Verona e la convocazione, a luglio 2024, del Business Forum Italia-Cina a Pechino».
Inoltre – aggiunge il ministro degli Esteri – «dobbiamo sapere accrescere sensibilmente il nostro peso in nuovi mercati emergenti: America Latina, Sud-Est asiatico, Paesi del Golfo – oltre ovviamente alle priorità politiche dei Balcani occidentali e dell’Africa. Il mio impegno è assoluto. La componente commerciale è sempre presente nelle mie missioni all’estero».
La conferenza di Milano sarà l’occasione, dice Tajani, per annunciare «due nuovi filoni di diplomazia della crescita». Anzitutto la «diplomazia dell’innovazione», che mira a promuovere la componente più innovativa e ad elevato valore aggiunto del Made in Italy che, come i dati dimostrano, contribuisce sempre di più al successo delle nostre esportazioni. In un’epoca in cui l’innovazione tecnologica è il principale motore dello sviluppo, i comparti della farmaceutica, delle biotecnologie, della meccanica avanzata, della sicurezza cibernetica, della microelettronica, della robotica, dell’intelligenza artificiale, delle tecnologie per la sostenibilità ambientale – per citarne solo alcuni – contribuiscono a collocare il nostro Paese sulla frontiera del progresso scientifico-tecnologico».
Fonte: Il Sole 24 Ore