
Taranto: decarbonizzazione, formazione e ricerca nel piano per la transizione
Si accende la luce verde per il Just Transition Fund (JTF), il programma finanziato dall’Unione europea per aiutare le economie largamente dipendenti da fonti fossili ad affrontare la transizione e a diversificarsi. L’Autorità di gestione, che fa capo al Dipartimento per la coesione, ha dato il via libera al piano per Taranto sottoposto dalla Regione Puglia. È previsto un totale risorse pari a 796 milioni e 610mila euro, a cui si aggiungono gli 8 per l’assistenza tecnica tra cui il supporto all’Autorità di gestione e gli altri organi coinvolti. Del JTF, Taranto porta a casa la dote più alta rispetto alla quota assegnata all’area italiana scelta, il Sulcis in Sardegna. I capisaldi da cui la transizione dovrà partire sono le aree intorno all’acciaieria ex Ilva in Puglia e quelle intorno alle miniere in Sardegna.
Decarbonizzazione, formazione e ricerca
Le misure per Taranto vanno dallo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili unita all’efficientamento energetico alla ricerca e sviluppo per la filiera dell’idrogeno verde; dal sostegno alla transizione ecologica per tutelare le risorse naturali a quello relativo ai progetti mirati su innovazione, transizione e diversificazione dell’economia. C’è poi una misura relativa ai corsi di riqualificazione per i lavoratori a rischio e colpiti dalla transizione, ai percorsi di formazione per la diversificazione economica, al potenziamento dei servizi per la ricerca di lavoro e al welfare.
Effettuate diverse revisioni al piano
Rispetto alla prima bozza dell’autunno scorso, sottoposta dalla Regione alle istituzioni locali e al partenariato sociale, imprese e sindacati, il piano per Taranto, su richiesta dell’Autorità di gestione, ha registrato diverse correzioni. Due progetti del Comune, la Biennale del Mediterraneo di arte e architettura e il centro Iriis per la ricerca e l’innovazione, sono rimasti a terra: non hanno avuto il via libera da Roma. E la Biennale era già stata cassata dall’ottobre scorso. Il Comune che con i quattro progetti si era inizialmente candidato ad una dote di circa 245 milioni, ora ne riceve 114 di cui 90 per la Green Belt e 24 per il Sea Hub. Decisa sforbiciata anche agli interventi proposti da Vito Felice Uricchio, commissario di Governo per la bonifica dell’area di Taranto. Che si era candidato per sette interventi e se ne è visto approvare due: 40 milioni per il ripristino delle coste e 36 per le Filiere Verdi. In totale, i due soggetti pubblici ricevono dal JTF 190 milioni.
Cosa faranno Comune di Taranto e commissario per la bonifica
Le iniziative di Comune e commissario sono inquadrate nella voce “Supporto a progetti innovativi per sostenere la transizione ecologica e tutelare le risorse naturali”. L’attuazione dei quattro interventi avverrà attraverso procedure negoziali e per le Filiere Verdi c’è l’aggiunta dell’accordo tra le pubbliche amministrazioni. Il primo a partire come procedura sarà quello del commissario per le coste: quarto trimestre 2025 e conclusione secondo trimestre 2029 (una quota del JTF scavalla infatti al 2029). Gli altri tre, invece, hanno come step di avvio il primo trimestre 2026 e conclusione nel secondo del 2029. In dettaglio, Green Belt è un’infrastruttura verde per la città tra recupero, nuova forestazione e parchi urbani. Sea Hub punta alla riqualificazione ambientale le coste di Mar Grande e Mar Piccolo anche attraverso azioni di recupero ed upgrade delle infrastrutture esistenti. Le Filiere Verdi sono tecnologia di bonifica verde e recupero ambientale su terreni da riusare produttivamente, mentre con la riqualificazione e il ripristino delle coste di Mar Grande e Mar Piccolo, si sosterranno investimenti per elaborare i piani di caratterizzazione ambientale dei siti ritenuti di “interesse strategico” per finalità produttive o di interesse naturalistico.
L’energia e il ricorso all’idrogeno verde
La parte energetica fa leva sull’idrogeno verde e si articola in tre voci. Le prime due sono produzione e stoccaggio attraverso la Hydrogen Valley per 40 milioni e le comunità energetiche per 8 per un totale, quindi, di 48 milioni. Sono misure che verranno attivate con avvisi pubblici. La prima parte nel terzo trimestre di quest’anno e si conclude nel secondo del 2029, la seconda, invece, stessa partenza ma conclusione nel 2028, secondo trimestre. Completa la voce specifica, il sostegno alla filiera tra idrogeno, sia liquido che gassoso, e combustibili verdi: 32 milioni a disposizione, avviso pubblico, si parte nel terzo trimestre dell’anno e si chiude nel secondo del 2029.
Fonte: Il Sole 24 Ore