Tasso di occupazione più alto per le mamme con laurea
Sia in Italia sia in Europa, una metà circa delle donne adulte (25-54 anni) ha figli e l’altra metà è senza figli. La presenza dei figli è dunque simile, ma il tasso di occupazione femminile in Italia è il più basso d’Europa. Nel nostro Paese lavora il 65% delle donne adulte senza figli contro il 79% della media europea; per le donne con figli il tasso di occupazione è ancora più basso: 59% in Italia e 74% in Europa. La retribuzione delle occupate italiane è molto vicina alla media europea, perché dunque il loro tasso di occupazione scivola così in basso, rispetto a tutti gli altri Paesi?
In primo luogo bisogna tener conto delle differenze nel titolo di studio. Anche nel nostro Paese infatti il tasso di occupazione cresce molto marcatamente al crescere del titolo di studio: per le donne senza figli passa dal 44,7% quando non hanno alcun titolo di studio al 79,2% delle laureate; per le donne con figli passa rispettivamente da 37% a 82,5%. In Italia però le donne adulte che hanno una laurea sono troppo poche rispetto alla media europea: sono solo 27,7% contro 41,6%, ultime in classifica dopo la Romania. Anche considerando solo le occupate, il risultato cambia di poco: le occupate con laurea in Europa sono una su due (47,4%), in Svezia sono laureate 66 occupate su cento, in Irlanda 68 su cento, ma in Italia solo una occupata su tre è laureata (36%).
Se da un lato il titolo di studio fa aumentare il tasso di occupazione femminile, la presenza di figli lo fa muovere nella direzione opposta. Questo è vero per l’aggregato di tutti i titoli di studio, sia in Italia sia in Europa, ma non vale per le laureate italiane: il tasso di occupazione delle laureate con figli è infatti maggiore, e non minore, rispetto a quello delle laureate senza figli.
Per capire le cause di questa differenza nel tasso di occupazione delle laureate italiane prendiamo in esame la tipologia familiare in cui le donne adulte sono inserite. Le famiglie possono essere di 3 tipi: donne single; donne in coppia; donne in famiglia «di altro tipo». Le famiglie denominate «di altro tipo» sono composte da adulti che non sono in coppia, ad esempio un genitore che vive con i propri figli e con i nonni dei propri figli. Per l’insieme dei titoli di studio, quale che sia il tipo di famiglia, la presenza di figli riduce il tasso di occupazione delle madri, sia in Italia sia in Europa. Anche per le laureate che vivono sole o in coppia il tasso di occupazione delle madri è minore di quello delle donne senza figli, sia in Italia sia in Europa. Ma per le laureate che vivono in famiglie di «altro tipo» accade il contrario, sia in Italia sia in Europa: la presenza di figli alza il tasso di occupazione invece di abbassarlo.
Cosa rende le famiglie di «altro tipo» capaci di alzare il tasso di occupazione delle madri laureate, invece di abbassarlo? In queste famiglie c’è la possibilità che i nonni con figli conviventi possano occuparsi dei bambini mentre i genitori sono al lavoro, e in Italia i nonni costituiscono una risorsa fondamentale per l’offerta di assistenza informale all’infanzia. Una rilevazione condotta da Eurostat nel 2018 sulla conciliazione tra vita professionale e vita familiare mostra infatti che la maggior parte degli individui con responsabilità di cura nei confronti di minori non utilizza alcun servizio professionale di assistenza all’infanzia (scuole materne, asili nido, baby sitter), sia perché questi servizi non sono disponibili o sono troppo costosi, sia perché i genitori si organizzano da soli oppure fanno ricorso ad un sostegno informale come ad esempio i nonni. Le donne in età 25-49 anni che hanno responsabilità di cura, ma che non usano i servizi di assistenza all’infanzia, sono il 76% in Italia e il 63% in Europa, e anche considerando solo le laureate, queste percentuali scendono di poco: 57% in Italia e 54% in Europa.
Fonte: Il Sole 24 Ore