Tefaf rinnova il programma e riduce la durata
Nell’attesa che precede l’apertura della 37ª edizione Tefaf di Maastricht, museo a cielo aperto di 7000 anni di storia della cultura, qualche anticipazione è d’obbligo. Alla fiera d’arte, antiquariato e design più prestigiosa del mondo, che inaugura il 9 marzo e dura sino al 14 (con preview il 7 e 8 marzo su invito) sono presenti 270 mercanti e galleristi di fama mondiale provenienti da 22 paesi (nella main section 22 dall’Italia) che daranno appuntamento a collezionisti, direttori di musei, operatori del settore e semplici appassionati. Diciotto di loro prenderanno parte all’evento per la prima volta, di cui 10 espositori partecipanti a Tefaf Showcase, tra cui il giovane italiano Tommaso Calabro, Flavio Gianassi già in Moretti Fine Art, Cavagnis Lacerenza Fine Art e Reve Art.
La fiera quest’anno dura tre giorni in meno rispetto alle edizioni precedenti, come suggerito dagli operatori agli organizzatori, ed è arricchita da eventi a partire dalla serie di Talks su temi di attualità come Design and Ornament nell’Interior Design, nuove generazioni (Next Generation) e rapporto tra collezionismo d’Arte e potere (Collecting Art and Power). Ci sarà il primo Tefaf Summit in collaborazione con la Commissione l’Unesco olandese per esplorare le sfide e le minacce che il nostro patrimonio culturale deve affrontare, con l’opportunità che offre di promuovere la pace, sensibilizzare e suggerire soluzioni. Ed inoltre TEFAF Meet the Experts, una serie di conversazioni con galleristi di fama incentrate su oggetti significativi dal punto di vista storico e culturale esposti in fiera. Infine, vi è Tefaf Focus 2024, sezione pensata per fornire ai galleristi una piattaforma curatoriale che approfondisca il lavoro di un singolo artista o un concetto, vi partecipa l’italiana Altomani & Sons. Come sempre sino alle ultime ore che precedono l’apertura della fiera il Comitato di Vetting esaminerà tutte le opere per assicurare standard di eccellenza ai compratori. Attesi al centro congressi MECC, secondo le stime del Tefaf, circa 50.000 visitatori, tra cui circa 300 direttori di musei e 650 curatori, nonché 30 o 40 gruppi di mecenati dei musei.
Significato dell’antico e nuove generazioni
Lo sforzo che Tefaf sembra fare in questa edizione è allargare la base del collezionismo e degli operatori partecipanti e attrarre un pubblico ancor più largo su temi di attualità culturale e di softpower. Aumentano le domande degli addetti ai lavori e degli appassionati sul significato dell’antico e della cultura nel presente, in particolare delle ultime generazioni. Avvolti da un sempre rinnovato mix di epoche, non mancano però derive in mode passeggere e deludenti: non tutto forse vale la pena di essere raccolto e collezionato. Ma come selezionare? I Talks e gli incontri con gli esperti aiuteranno a trovare qualche risposta. Sul Contemporaneo egemone nella comunicazione sociale e di status, non di rado a forte componente speculativa, quali idee saranno presentate nel Talk di “Next Generation” composto da giovani esponenti o gestori di prestigiose gallerie come Dickinson e Kugel? O da esperti più maturi come Farah Najeri, autrice di “Art and Power in the Digital Age” oltre che giornalista del New York Times e pianista o da Toto Bergamo Rossi, restauratore e promotore di Venetian Heritage? Questa iniziativa privata sta permettendo i restauri della Ca’ d’Oro di Venezia, dei cui tesori si mostrerà al MECC una selezione, per raccogliere adesioni non diversamente da come fece per l’ avveniristico Museo-Depot di Rotterdam il direttore del Boymans van Beuningen El Sjarel. Ci sarà anche un intervento su Amedeo Modigliani, tra i maestri più noti e falsificati al mondo, da parte di Noémie Goldman della filiale belga di Agnews, pilastro storico dell’Art Market dal XIX secolo, che porta alla sezione Paper del Tefaf un «Nudo femminile» (circa 1910) proveniente dalla collezione di Paul Alexandre, primo collezionista e gallerista del livornese.
Da Van Gogh ai capolavori fiamminghi, italiani e francesi
Mentre in tutta Europa continua la protesta degli agricoltori, arriverà a Maastricht una “Contadina con la cuffia” del 1884 di Vincent Van Gogh (da M.S. Rau Gallery-New Orleans, 5 milioni di €). L’artista dei «Mangiatori di patate», dei «Girasoli» e dei «Seminatori» produsse drammatici disegni ed olî che raccontano a tratti quasi definitivi le fatiche dei coltivatori e, diciamolo, l’assenza di speranza di una vita migliore. Proprio per questo era tra loro, all’inizio dei suoi tentativi di lasciare un segno profetico tra i contemporanei. Dalla concentrazione dell’eredità Van Gogh in Amsterdam, è derivata anche l’estrema rarità e risonanza di opere disponibili sul mercato. Tra i capolavori è giusto citare la «Veduta di Murnau con la chiesa 2» del 1910 di Wassily Kandinsky offerto da Robert Landau per un prezzo non divulgato, probabilmente superiore ai 50 milioni di $, visto che un anno fa gli è costato da Sotheby’s in asta a Londra 41,9 milioni di €. Il dipinto, infatti, faceva parte di una collezione di opere moderniste di proprietà della famiglia ebrea di Johanna Margarethe e Siegbert Samuel Stern, ma fu saccheggiata dai nazisti. Dopo la guerra, per decenni, è stato esposto al Van Abbemuseum di Eindhoven, nei Paesi Bassi, prima che lo Stato olandese, dopo due richieste di restituzione, lo rendesse agli eredi della famiglia che l’hanno venduto in asta al signor Landau. Per gli antichi Paesi Bassi Salomon Lilian propone due magnifici ritratti di Franz Hals e di un maestro svevo del sec. XV (rispettivamente 8 e 5 milioni di €) e un “Trasporto della croce” di Pieter Brueghel il giovane (c.1616) di cui non è noto il prezzo ma si segnala un’opera comparabile da Christie’s a 9,5 milioni di $ (nel 2014, courtesy De Jonckheere). Per l’Italia da non mancare «La Maddalena penitente» di Artemisia Gentileschi (da Robilant & Voena, 7 milioni di €), un’eccezionale “Sacra Conversazione” (1535) del veneziano Pietro degli Ingannati e di un anonimo leonardesco del XVI secolo un «San Girolamo nella natura selvaggia» 1520 dalla collezione Fassati con un prezzo a cinque zeri (entrambi da Matteo Salamon). Idem per un Gaspar Van Wittel da Trinity Fine Art e un “Arco di Settimio Severo” di Canaletto da DYS Lampronti a 2 milioni di €, che porta anche un magnifico Orbetto (alias Alessandro Turchi) con “Cristo e l’adultera”. Da menzione anche due bronzi di Auguste Rodin per “Balzac” e per il “Pensatore” a 1,5 e 7,5 milioni di € (da Robert Bowman). Da Artur Ramon Art spicca un Joaquín Sorolla da 2 milioni e da Mayoral il pezzo più costoso è un Miró da 1,2 milioni di €. E Caylus propone un Juan Bautista Maíno per 450mila €, una miniatura di Claudio Coello per 150mila € e un Cristo di Mengs per 250mila €.
Occasioni nascoste per i più tenaci
In realtà il Tefaf apre a tante categorie di collezionismo e range di prezzi. Grande ed ampia offerta per il Moderno, ad esempio da Henze &Ketterer da 7/8mila a 2,75 milioni €. Dalla Galleria Maggiore, che porta sia Giorgio Morandi che Pier Paolo Calzolari, e un range da 2mila a 2,5 milioni di €. O Fondantico con una suggestiva «Venezia» di Mario De Maria a stima 50/100mila €. Mentre per un ritratto divisionista di Umberto Boccioni si sale a 800mila € da Antonacci-Lapiccirella. Da Osborne Samuel, che ha sculture di Henry Moore e Barbara Hepworth, siamo tra 15-750mila €. Tra 50mila e 1 milione di € da Walter Padovani che espone un busto di Domenico Andrea Pelliccia del granduca modernizzatore Pietro Leopoldo I di Toscana. Maurizio Nobile Fine Art propone per 200mila € un «San Sebastiano soccorso da Sant’Irene» caravaggesco e una tela di Lavinia Fontana per 120mila €. Thomas Deprez Fine Arts presenta il ritratto di Léon Rinskopf (1903), futuro barone di Rat Mort di James Ensor, da una collezione privata belga al prezzo di Ensor 145mila €. Tommaso Calabro porta le opere dei Surrealisti italiani Leonor Fini (1907-1996), Stanislao Lepri (1905-1980) e Fabrizio Clerici rispettivamente con prezzi per le tele di Fini dai 60mila ai 320mila € e dai 40mila ai 100mila per le opere su carta, per le tele di Lepri dai 20mila agli 80mila €, per le carte dai 15mila ai 20mila € e per la tela di Clerici 15mila € e i disegni 10mila €.
In generale i tempi di attenzione sono sempre più brevi, e le tecnologie digitali condizionano la capacità di concentrazione. Come imparare a scegliere e cercare visto che – da qualsiasi budget si parta – c’ è sempre un investimento di tempo e risorse? Un approccio saggio è cominciare dalle opere su carta per cui al Tefaf c’è grande scelta sia di antico che di moderno, ad esempio da Mayor che ha anche notevoli Julio Le Parc e Verena Loewensberg, in un insospettabilmente largo range di valori.
Fonte: Il Sole 24 Ore