Telemarketing, dal 27 luglio Registro delle opposizioni per 78 mln di cellulari
“Dal 27 luglio il nuovo Registro pubblico delle opposizioni si aprirà a una platea di 78 milioni di utenze telefoniche mobili”. La conferma dei tempi di attivazione del nuovo strumento per tenere lontani gli operatori aggressivi arriva da Simone Baldelli, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti. La commissione, spiega, “segue il tema con attenzione e di recente ha ascoltato la sottosegretaria al Mise, Anna Ascani, che ci ha illustrato le diverse tappe dell’iter che il governo sta portando avanti in vista di questa data”.
In questo quadro, l’augurio di Baldelli è che “il confronto avviato dallo stesso governo con gli operatori del settore possa contribuire, insieme alla campagna informativa, a rendere il nuovo registro uno strumento di protezione conosciuto e finalmente efficace per utenze telefoniche potenzialmente destinatarie delle chiamate di telemarketing indesiderate, e speriamo anche di quelle operate da call center irregolari o con sedi in paesi stranieri. Il rischio, infatti – prosegue Baldelli – è sempre quello di trovarsi di fronte a un continuo rincorrersi tra regole e soggetti che tentano di aggirarle. Per questo credo sia utile sperimentare al più presto il nuovo registro e verificare i risultati che il modello scelto produrrà sul campo. Mi piacerebbe ci fosse un mercato libero e regolato nel quale il consumatore, oltre ad opporsi, potesse anche scegliere di monetizzare l’uso dei propri dati e la sua disponibilità a ricevere telefonate commerciali”.
Garante privacy al lavoro sul Codice di condotta
L’intervento del presidente della Commissione parlamentare per la tutela dei consumatori arriva a pochi giorni dall’annuncio del Garante della privacy dall’avvio dei lavori per la stesura di un Codice di condotta che regoli le attività di telemarketing e contrasti il fenomeno delle chiamate promozionali indesiderate. Dopo alcuni incontri preliminari delle scorse settimane con le singole categorie della filiera del telemarketing, la prima riunione generale sul tema si è tenuta il 5 maggio scorso con la partecipazione di trenta rappresentanti del mondo della committenza (ossia delle aziende che promuovono i propri prodotti mediante campagne di telemarketing), dei contact center, dei list provider e dei consumatori.
Nella riunione – ha spiegato una nota del Garante – è stata concordata la costituzione di un comitato che avrà il compito di elaborare una prima bozza del codice di condotta, tenendo conto di alcuni documenti già predisposti da alcune categorie di operatori e degli elementi acquisiti in molti anni di attività di accertamento da parte degli uffici del Garante. Il comitato inizierà ad operare dalla prossima settimana. L’Autorità e i rappresentanti delle diverse categorie presenti hanno espresso il comune auspicio che si possa arrivare in tempi brevi alla stesura di un testo che, come stabilito dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, dovrà essere poi sottoposto al Garante per la prevista approvazione.
Filiera con giro d’affari da 40 miliardi di euro
Il telemarketing rappresenta in Italia un business da circa 4 miliardi di euro annui, e la vendita telefonica di beni e servizi produce un giro d’affari, per l’intera filiera, stimabile in 40 miliardi di euro. Telemarketing che, in base ai dati raccolti dal Codacons, sta registrando una accelerazione negli ultimi mesi dovuta all’avvicinarsi dell’entrata in vigore del Registro pubblico delle opposizioni. In Italia si contano circa 1.400 aziende di call center in “outsourcing” per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro (dati Assocontact). Considerati anche i call center interni alle aziende (telefonia, energia, banche, eccetera) si stima che l’industria dei contact center valga in totale 4 miliardi di euro annui, per circa 120mila occupati. Un settore in grado di smuovere 40 miliardi di euro attraverso la vendita telefonica di beni e servizi: un contratto sottoscritto mediante attività di telemarketing non genera valore una tantum, ma in modo ricorsivo, trattandosi spesso di beni e servizi con un ciclo di vita medio/lungo, come nel caso dei contratti telefonici o energetici
Fonte: Il Sole 24 Ore