Tempo di bilanci a Paris Photo: è la fiera di fotografia più ricca del mondo

Tempo di bilanci a Paris Photo: è la fiera di fotografia più ricca del mondo

È stata la fotografa tedesca Grete Stern la vera star di questa edizione di Paris Photo. Lo dicono i numeri: la sua serie «Sueños», raccolta di fotomontaggi che esplorano sogni, mente e subconscio femminile, è stata venduta in blocco a un’istituzione americana per 250.000 euro. Presentato negli spazi della galleria Julian Sander di Colonia il portfolio di questa artista originaria della Renania poi diventata argentina ha una storia assai curiosa: era stato pubblicato sulla rivista femminile argentina “Idilio” tra il 1948 e il 1951 per illustrare una rubrica dedicata all’interpretazione dei sogni dal titolo “La psicoanalisi ti aiuterà”. Le donne dell’epoca erano state incoraggiate a inviare alla redazione le loro visioni oniriche per farle analizzare da alcuni specialisti. Ogni fotomontaggio della Stern è quindi ispirato al racconto di una lettrice.

Visitatori in aumento del 7%

Ma a proposito di sogni, sono numeri molto interessanti quelli registrati nel 2023 dalla fiera parigina. Il bilancio della 26ª edizione parla di oltre 65mila presenze, oltre il 7% in più rispetto all’anno passato quando i visitatori erano stati 61 mila. Percentuali importanti che confermano la leadership della direttrice Florence Bourgeois dal 2015 e, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la centralità di Parigi nel mondo della fotografia. Quest’anno Paris Photo ha contato cinque sezioni (Main sector, Curiosa, Digital, Solo & Duo Shows e Publishers), il progetto speciale Elles x Paris Photo, realizzato in partnership con il Ministero della Cultura, che in cinque anni ha fatto impennare il numero delle presenze femminili in fiera dal 20% al 36%. E poi premi, talk, fiere satellite e opening sparsi un po’ dappertutto: dal Marais a Saint Germain. I temi più gettonati? Quelli più dibattuti del nostro tempo: dalle questioni di genere all’ecologia, dalla guerra al sesso. «Per la mia prima edizione di Paris Photo l’aspetto a cui tenevo maggiormente era porre la fiera al centro dei problemi di oggi. Credo che l’obbiettivo sia stato raggiunto» ha spiegato la direttrice artistica Anna Planas.

Vendite record per le foto storiche

Eppure, nonostante lo sguardo sia sempre rivolto al presente, arrivano soprattutto dai lavori del passato i numeri più imponenti dell’edizione 2023. Fra gli esempi più eclatanti, la serie «A dialog with solitude» di David Heath venduta per 190.000 euro negli spazi della storica galleria newyorkese di Howard Greenberg. Il ritratto dello scultore Brancusi realizzato nel 1921 da Man Ray e venduto dalla Bruce Silverstein Gallery a 80.000 euro. Oppure «Sous-sol dans le métro» firmato nel ’28 da André Kertész acquistato alla Galerie Gilles Peyroulet & Cie per 90.000 euro. Anche Gagosian è riuscita a piazzare, soprattutto a istituzioni americane ed europee, molti gioielli di Richard Avedon e Roe Ethridge, ma anche delle più contemporanee Sally Mann e Nan Goldin.
C’è però chi ha fatto meglio. È il caso di due gallerie – l’olandese Tegenboschvanvreden con la personale di Paul Kooiker e la parigina Ruttkowski 68 con il lavoro di François Halard – che sono riuscite nell’impresa di vendere tutti, ma proprio tutti, i lavori esposti all’interno dei loro stand.
Dati interessanti anche per quanto riguarda le proposte artistiche più attuali. La Galerie RX, per esempio, ha venduto sette pannelli dell’opera principale «Bâmiyân» di Pascal Convert, ispirata ai due mastodontici Buddha del VI secolo distrutti dai talebani nel 2001 a 22.000 euro ciascuno.

Italiani a Parigi

E i nostri connazionali? Fra le opere più emozionanti portate all’Ephémère dalle gallerie italiane ha brillato di luce propria un «Quadrittico» di Ugo Mulas del 1962 dedicato ad Alberto Giacometti (24.000 euro) alla milanese Valeria Bella, poi l’omaggio di Gabriele Basilico alla città di Roma da Podbielski Contemporary (9.000 euro) e, infine, le creazioni seriali di Walter Niedermayr da Ncontemporary (fra i 20 e i 40.000 euro). «È bello sapere che professionisti, istituzioni, artisti e collezionisti di tutto il mondo hanno scelto Paris Photo come irrinunciabile luogo di affari e di incontro» ha spiegato soddisfatta la direttrice Florence Bourgeois. «Il nostro è un pubblico sempre più diversificato che mixa addetti ai lavori e appassionati. Tutti sanno spaziare dai maestri del passato fino al digitale che sempre di più ci interroga sui limiti dell’immagine odierna».

Nel ’24 si torna al Grand Palais

Quella di quest’anno è stata l’ultima edizione della fiera a svolgersi al Grand Palais Ephémère. Dal 2024 si torna a casa, e cioè al Grand Palais, rimesso a nuovo nell’anno dei giochi Olimpici. Ci saranno più spazi a disposizione e, di conseguenza, più possibilità di superare i risultati di oggi. «Non vediamo l’ora di ripartire» ha concluso Bourgeois. E, visti i numeri, non stentiamo a crederle.

Fonte: Il Sole 24 Ore