Termini Imerese, a rischio sfratto incubatore Invitalia per un debito dell’Asi

Quasi quattro anni di lavoro che rischiano di andare in fumo per un debito che risale a 11 anni fa da parte del Consorzio Asi di Termini Imerese oggi in liquidazione nei confronti dell’Amia, azienda dei rifiuti del Comune di Palermo anch’essa in liquidazione. E’ questa la storia paradossale che arriva dall’area industriale del palermitano dove l’incubatore di imprese su cui Invitalia ha investito più di 3,5 milioni di euro e oggi gestito dalla Rete di imprese della Meccatronica che qui ha creato un polo che rischia di chiudere.

La mancata riforma

Il tutto mentre si aspetta ancora la riforma che consenta al Consorzio, guidato da un commissario liquidatore (Michele Cimino), di mettere in bonus gli immobili e le aree di cui è ancora oggi proprietario e che aspettano solo di essere affidate alle imprese che da anni sono alla ricerca di nuovi spazi dove insediarsi: del disegno di legge regionale si parla ormai da quasi un anno e mezzo ma del testo non vi sono tracce. Così mentre da un lato va avanti il programma di reindustrializzazione dell’area con l’affidamento dell’ex stabilimento Fiat (poi Blutec) al Gruppo che fa capo all’imprenditore italo-australiano Ross Pelligra, dall’altro va in malora il progetto che coinvolge numerose imprese e rischia di capitolare il quartier generale di Webuild che si trova proprio all’interno dell’Incubatore di Termini Imerese: vi lavorano un centinaio di ingegneri.

Il debito dell’Asi nei confronti dell’Amia

La storia è questa: nei giorni scorsi il Tribunale di Termini Imerese ha nominato il custode giudiziario dell’immobile per l’inadempienza della proprietà – il Consorzio Asi di Palermo – che non ha pagato un debito che risale a ben 11 anni fa con l’Amia, l’ex azienda municipalizzata di Palermo in mano alla curatela fallimentare che adesso ha presentato il conto: un debito di 100mila euro nel frattempo lievitato a 300mila euro. «Abbiamo scoperto questa vicenda incidentalmente – dice il presidente del Polo Meccatronica Antonello Mineo -. Si rischia di mandare in fumo non solo l’attività di animazione che ha attratto le imprese in questi tre anni, ma anche l’investimento fatto da Invitalia. Il Polo è pronto a trasferire altrove il progetto da 2 milioni di euro finanziato dall’avviso Cluster Sicilia, già interamente finanziato e che punta alla realizzazione di un competence center. Ci siamo attivati immediatamente e abbiamo già avviato interlocuzioni con altri soggetti. Purtroppo questa è l’ennesima occasione persa per Termini Imerese e per il rilancio del tessuto produttivo locale. Ancora una volta la burocrazia e vicende estranee al mondo delle imprese pesano come un macigno sul futuro di un intero comprensorio, spegnendo i sogni delle tante startup che abbiamo assistito e dei tanti giovani studenti che abbiamo coinvolto nelle iniziative messe in campo nel Polo di Termini Imerese».

Il rilancio dell’area da parte del Polo Meccatronica

La Rete di Imprese Polo Meccatronica Valley, a partire dal 2021, ha avuto in gestione l’Incubatore realizzato da Invitalia a nella zona Industriale di Termini Imerese su terreno di proprietà del Consorzio Asi nel 2004 in forza di una convenzione stipulata tra le due partecipate. Invitalia, infatti, aveva realizzato l’incubatore sulla base di quella convenzione, investendo oltre 3,5 milioni di euro di fondi ministeriali, ma sulla base dell’art.934 del codice civile, la costruzione, per accessione, era transitata in capo al Consorzio, proprietario del terreno, in cambio del diritto d’uso del bene per 30 anni in favore dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa. La struttura, dopo quindici anni di completo abbandono, era tornata a vivere grazie all’impegno di otre 80 imprese che, attraverso attività di animazione, mentoring e project management, lo avevano piano piano ripopolato, consentendo, tra le altre cose, l’insediamento nel martoriato territorio termitano di circa 12 nuove realtà imprenditoriali attualmente operative. Potrebbe intervenire l’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive ma al momento tutto tace. «Noi proveremo a intervenire nella procedura cercando di comprendere quanto accaduto e di fare valere le nostre ragioni in una procedura che ha il sapore della beffa, sia per la Rete, del tutto estranea alle vicende debitorie, sia per Invitalia, che avrebbe dovuto curare con maggiore tenacia gli ingenti fondi ministeriali che oggi rischiano di andare in fumo – dice l’avvocato Daniele Vecchio, legale della Rete d’imprese del Polo Meccatronica Valley -. Da parte nostra cercheremo di approfondire l’accaduto, riservandoci ogni azione legale volta a risarcire la Rete, tanto nei confronti di Invitalia, quanto del Consorzio Asi che, hanno fatto investire sulla struttura, tenendo la mia assistita all’oscura della procedura esecutiva in corso ed assumendo sulla vicenda una condotta del tutto passiva che ha finito per aggravarla».

Ex Blutec, il ministro Urso incontra Pelligra

Intanto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha incontrato l’imprenditore italoaustraliano Ross Pelligra e Giovanni Caniglia, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Pelligra Italia Holding, a pochi giorni dalla firma dell’accordo per la salvaguardia dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese ex Blutec. Nel corso dell’incontro, i vertici di Pelligra Italia Holding hanno illustrato il programma di formazione dei 350 lavoratori ex Blutec, il cui avvio è previsto dal 6 novembre, e la pianificazione di incontri con le istituzioni locali, il sindaco di Termini Imerese e le parti sociali. Il progetto, si legge in una nota del Mimit, prevede la riqualificazione dello stabilimento di Termini Imerese in un polo manifatturiero, industriale e commerciale che ospiterà start up specializzate nell’innovazione dei processi industriali, stabilimenti per costruzione, oltre a imprese della manifattura, della logistica e del food&beverage.

Fonte: Il Sole 24 Ore