Terre rare, nel Lazio impianto pilota per il recupero dai magneti permanenti

Terre rare, nel Lazio impianto pilota per il recupero dai magneti permanenti

È stato inaugurato nello stabilimento Itelyum Regeneration di Ceccano (Frosinone) un impianto pilota in grado di trattare 20 tonnellate all’anno di magneti permanenti, materiali ampiamente utilizzati nei dischi rigidi dei computer e nei motori elettrici e ibridi. È parte del progetto europeo New-RE, finanziato con 2,5 milioni di euro da Eit RawMaterials, piattaforma dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, con l’obiettivo di migliorare la circolarità delle terre rare, e sviluppato da un consorzio coordinato da Erion e formato da Itelyum, Osai, Ku Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila.

Trattamento idrometallurgico

La nuova infrastruttura di Ceccano tratterà magneti permanenti derivati dal disassemblaggio di motori elettrici (effettuato da Glob Eco), dai rifiuti elettronici Raee provenienti dagli impianti di trattamento (come Treee), dalla linea di smontaggio automatizzato di hard disk realizzata da Osai e Ku Leuven, integrata nello stesso impianto dimostrativo, e che si avvale di tecnologie di intelligenza artificiale. Il trattamento dei magneti avverrà grazie a un processo idrometallurgico sviluppato e brevettato dall’Università degli Studi dell’Aquila, che prevede una pulitura (lisciviazione) delle terre rare attraverso soluzioni acide organiche riutilizzabili fino a cinque volte.

Scale-up industriale

Le tecnologie messe in campo nell’impianto New-RE saranno impiegate per uno scale-up industriale nell’ambito di un altro progetto, denominato Inspiree, che per la realizzazione di un impianto di trattamento di magneti permanenti da 2mila tonnellate all’anno (in attesa dell’iter autorizzativo) ha già ottenuto 3,25 milioni di euro, con capofila Itelyum (1,161 milioni di euro), nell’ambito del programma europeo Life. Per raggiungere le 20mila tonnellate annue di capacità sono stimati investimenti ulteriori di 9,5 milioni di euro. Al progetto lavora un consorzio formato da Itelyum, Erion, Eit RawMaterials, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. L’obiettivo rimane l’estrazione di terre rare come neodimio, praseodimio, disprosio tramite un processo a due livelli: smontaggio dei magneti permanenti (gestito da Glob Eco) e recupero di circa 700 tonnellate all’anno di ossidi misti di terre rare tramite idrometallurgia (implementato da Itelyum).

Ruolo dell’Italia

«Per centrare gli obiettivi del Critical Raw Materials Act dell’Ue le aziende innovative saranno centrali, favorendo l’indipendenza dell’Europa dalle importazioni e la nascita di un’industria del riciclo competitiva a livello globale», ha commentato il ceo di Itelyum, Marco Codognola: «L’Italia, con il suo tessuto industriale dinamico e innovativo, può giocare un ruolo di primo piano in questo processo». Per Marco Sala, dg di Erion Compliance Organization, l’impianto di Ceccano «si candida ad essere un modello di sostenibilità e di innovazione nei processi di riciclo e recupero delle terre rare che, lo ricordiamo, rappresentano elementi fondamentali ai processi di produzione in diversi comparti industriali».

Iter autorizzativi

Intanto, come esempio virtuoso di economia circolare, è diventato anche una tappa della campagna di Legambiente sui cantieri della transizione. Il presidente dell’associazione, Stefano Ciafani, ha aggiunto: «Ci auguriamo che il progetto New-RE sia il primo di una lunga serie di programmi innovativi per il recupero delle terre rare da componenti elettriche ed elettroniche, un percorso anche in grado di invertire la tendenza verso l’attività estrattiva di materie prime critiche. La nuova frontiera su cui bisogna puntare in Italia e in Europa è la miniera urbana, ad esempio aumentando la raccolta di Raee e favorendo la realizzazione di più impianti di riciclo, anche attraverso l’accelerazione degli iter autorizzativi».

Fonte: Il Sole 24 Ore