Tesla, profitti lontani dalle attese di Wall Street e margini in caduta

I ricavi di gruppo di Tesla hanno visto un incremento a sorpresa nel periodo aprile-giugno rispetto al primo trimestre. La società ha ottenuto complessivamente un fatturato di 25,50 miliardi di dollari per i tre mesi chiusi a giugno, rispetto ai 24,93 miliardi di un anno prima (+2%). Gli analisti avevano stimato in media 24,77 miliardi, secondo i dati LSEG. Magra consolazione. Tesla ha infatti registrato la redditività più bassa degli ultimi cinque anni e un vero crollo dell’utile netto. E questo nonostante i tagli ai prezzi per rilanciare la domanda e i maggiori investimenti in progetti di intelligenza artificiale, i cui frutti non potranno essere a breve.

I ricavi della sola divisione auto (la altre due sono energia e servizi) sono diminuiti del 7% rispetto a un anno prima (19,8 miliardi contro 21,2; erano stati 17,3 miliardi nei primi tre mesi del 2024). L’utile netto è stato pari a 1,48 miliardi, rispetto ai 2,70 miliardi di dollari di un anno fa (-45%). L’utile rettificato di 52 centesimi per azione ha mancato il consenso di Wall Street che aveva previsto 62 centesimi. E la redditività resta in evidente affanno. Il margine EBITDA rettificato si è fermato al 14,4% contro il 15,9% del primo trimeste e il 18,7% del secondo trimestre 2023. Il margine operativo è sceso al 6,3% (5,5% nel trimestre precedente) contro il 9,6% di dodici mesi prima. Del resto le consegne nel secondo trimestre sono diminuite per il secondo trimestre consecutivo, su base annua, per la prima volta. Tesla sta perdendo quote di mercato in Cina e in Europa. Negli Stati Uniti, nel secondo trimestre, è scesa per la prima volta sotto il 50 per cento. A gennaio il ceo Elon Musk aveva dichiarato di aspettarsi una crescita «notevolmente inferiore» delle consegne nel corso del 2024. Prospettiva confermata anche dopo questi risultati.

«Nel secondo trimestre – ha tuttavia commentato l’azienda di Austin, Texas – abbiamo raggiunto ricavi trimestrali record nonostante un difficile contesto operativo. Il business dell’Energy Storage continua a crescere rapidamente, stabilendo un record nel Q2 con 9,4 GWh di implementazioni, risultando in ricavi e profitti lordi record per l’intero segmento. Abbiamo anche assistito a una ripresa sequenziale delle consegne di veicoli nel Q2, poiché il sentimento dei consumatori è migliorato e abbiamo lanciato opzioni di finanziamento attraenti per compensare l’impatto dei tassi di interesse elevati».

La società tuttora ampiamente a maggior capitalizzazione del settore sta spingendo molto per accelerare lo sviluppo delle sue tecnologie di guida autonoma e dei robotaxi, investendo miliardi per addestrare i modelli di intelligenza artificiale, ma ha rinviato la presentazione ufficiale dei Cybercab dalla data annunciata dell’8 agosto al 10 ottobre. «Sebbene i tempi di sviluppo dei robotaxi dipendano dai progressi tecnologici e dall’approvazione normativa, stiamo lavorando vigorosamente su questa opportunità data l’enorme potenziale valore». Tesla ha inoltre dichiarato che il discusso pick up Cybertruck è sulla buona strada per diventare redditizio entro la fine dell’anno, mentre i piani per un veicolo più economico (la cosiddetta Model 2) stanno procedendo, con l’inizio della produzione previsto per la prima metà del 2025.

Commentando i risultati Musk ha toccato diversi aspetti: dall’ipotesi di non andare avanti con il progetto di un impianto di produzione in Messico se Donald Trump vincesse la corsa presidenziale e confermasse l’idea di pesanti dazi, alla strategia di attesa sull’evoluzione delle tariffe doganali europee (dossier sul quale è ottimista), alla certezza di essere pronto con la tecnologia Dry Cathode per nuove batterie entro l’ultimo quarto dell’anno, alla produzione sempre rinviata del Roadster ora fissata al 2025.

Fonte: Il Sole 24 Ore