TikTok, Trump valuta 90 giorni di proroga per evitare lo stop
Grandi manovre e incertezza sul futuro immediato di TikTok, con Donald Trump che ha dichiarato di voler «probabilmente» usare i suoi poteri presidenziali per rinviare di 90 giorni ogni messa al bando del popolarissimo social media di proprietà cinese.
TikTok ha fatto sapere di apprestarsi a chiudere, da oggi, del tutto i battenti negli Stati Uniti. E per evitarlo ha chiesto più esplicite garanzie che la legge su una sua messa al bando o cessione ad americani per ragioni di sicurezza nazionale non entri per ora in vigore, nel passaggio dall’amministrazione di Joe Biden a quella di Trump.
Washington è parsa rispondere impegnandosi in una corsa contro il tempo per evitare la crisi. Biden ha definito la chiusura ventilata da TiTok una «infondata esagerazione. Non vediamo motivo perchè TikTok o altre aziende debbano prendere decisioni in questi giorni, prima che Trump sia al governo». Biden ha definito la propria posizione «chiara», ribadendo che «interventi per applicare la legge ricadono sulla prossima amministrazione». Subito dopo Trump ha detto alla rete tv Nbc che «molto probabilmente» rinvierà ogni entrata in vigore della legge, garantendo una estensione di tre mesi. Se sarà questa la decisione, ha aggiunto, arriverà per decreto già domani, nel giorno stesso della sua inaugurazione. In questo caso TikTok potrebbe sparire, ma solo per poche ore.
Il social media specializzato in video brevi, controllato dalla cinese ByteDance, ha fatto precipitare la situazione indicando come «a meno che l’amministrazione Biden offra dichiarazioni definitive in grado di soddisfare i provider di servizi critici assicurando la non applicazione, sfortunatamente TikTok sarà costretta all’oscuramento il 19 gennaio». Vale a dire che già oggi tutti i 170 milioni di utenti statunitensi non potranno più usare la piattaforma.
Biden ha indicato di voler lasciare il caso TikTok nelle mani del successore Trump dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riaffermato la costituzionalità di una legislazione del Congresso che ha stabilito da oggi un ultimatum: divieto o vendita a mani amiche della app. Una cessione non appare oggi nelle carte. In 20 pagine la Corte ha respinto all’unanimità preoccupazioni sulla libertà d’espressione e dato invece credito ai rischi che i dati raccolti da TikTok su cittadini Usa finiscano a Pechino e ai sospetti di attività di spionaggio e manipolazione del contenuto da parte d’un Paese avversario.
Fonte: Il Sole 24 Ore