Tim riunisce il cda per decidere su Sparkle

Il consiglio di amministrazione di Tim è stato convocato per questa sera alle 18 per rispondere al Tesoro che con Retelit ha presentato un’offerta da 700 milioni per Sparkle. La proposta è migliorativa rispetto a quella precedente di gennaio nella somma riconosciuta al passaggio della società, che si occupa di collegamenti internazionali prevalentemente tramite cavi sottomarini, ma non contempla più earnout, pagamenti addizionali al verificarsi di determinate condizioni. L’offerta di gennaio presentata solo dal Mef, che era stata ritenuta insoddisfacente dal cda Tim il 7 febbraio, assegnava a Sparkle un enterprise value (equity più debito) di 750 milioni, così ripartiti: 625 milioni subito e 125 milioni da riconoscere al verificarsi di determinate condizioni non note che però, si dice, sarebbero state difficilmente realizzabili. La nuova offerta avanzata in settimana, e ancora non vincolante, è stata concordata col fondo di private equity spagnolo Asterion e presentata congiuntamente dal Mef e da Retelit, che è una sorta di mini-Sparkle rilevata recentemente da Asterion: sul piatto 700 milioni senza earnout.

I consiglieri Tim che hanno ricevuto ieri un’informativa sull’operazione dovranno decidere se conferire mandato all’ad Pietro Labriola per negoziare un’offerta vincolante oppure se richiedere ulteriori approfondimenti e rinviare tutte le delibere del caso a un successivo consiglio da convocarsi prima del 15 ottobre, data ultima di validità dell’offerta.

Da anni lo Stato ha manifestato interesse a presidiare direttamente Sparkle per la sua valenza strategica: basti ricordare che tuttora la gran parte dei collegamenti da Israele verso le Americhe è affidata in sicurezza al vettore italiano. Se alla fine l’operazione si concluderà, la maggioranza del capitale di Sparkle farà comunque capo al Mef mentre Retelit, con la quale a quanto risulta non è prevista la fusione, dovrebbe apportare la possibilità di sviluppare sinergie industriali grazie al suo portafoglio di clienti business in zone ricche del Paese.

Telecom Italia Spa ha attualmente in carico Sparkle per 481 milioni, cui sarebbe da aggiungere l’indebitamento finanziario netto della società che, nell’esercizio 2023, era pari a 383 milioni: si arriverebbe così a un enterprise value di 864 milioni. Difficilmente Tim sarà in grado di registrare una plusvalenza sulla cessione (se ci sarà, non sarà comunque significativa), anche se i conti si faranno alla fine sulla base della situazione al momento del closing. Nella migliore delle ipotesi l’accordo potrebbe essere raggiunto entro fine anno e il closing essere firmato entro il primo semestre dell’anno prossimo. Non ci saranno benefici dunque sul bilancio dell’esercizio in corso di Tim.

Fonte: Il Sole 24 Ore