Tommasi (Nos) a Calenda e Renzi: rimettiamo insieme le forze, a settembre una costituente per ripartire
Ci sono 1,654 milioni di voti alle elezioni europee che non hanno prodotto nemmeno un eletto. È la somma delle preferenze accordate ai due pariti degli ex gemelli e da tempo duellanti Matteo Renzi e Carlo Calenda: guardano allo stesso elettorato centrista con le loro due formazioni – Azione (778.858 voti) e Italia Viva (875.570 sotto l’insegna Stati Uniti d’Europa) – ma al voto dello scorso fine settimana si sono presentati seperati restando entrambi a bocca asciutta. Una disfatta.
Una «fase costituente»
Ai leader centristi si rivolge Alessandro Tommasi , fondatore della piattaforma politica per il dialogo Nos , titolare di 15.353 preferenze raccolte nel Nord-ovest come candidato per Azione e “secondo classificato” alle spalle di Calenda. Ma, come l’ex ministro, finito nella lista dei “non eletti”. Per Tommasi serve «una fase costituente» che sia «aperta, contendibile, trasparente e tesa a dare rappresentanza alla comunità dei libdem e popolari. Basta discussioni che guardano nello specchietto retrovisore alla ricerca del colpevole della fine del Terzo Polo. Basta divisioni che mandano al macero centinaia di migliaia di voti e sprecano talenti».
Tommasi, classe 1985, co-fondatore nel 2020 della media company Will Media (acquisita da Chora Media) e in passato con ruoli in Airbnb e CattaneoZanetto&Co, lancia un appuntamento a settembre 2024 per un «grande evento aperto, senza veti, partecipato, ricco e trasversale invitando tutti quelli che condividono questa idea di cambiamento concreto a prendervi parte». Renzi e Calenda sono i primi della lista degli invitati: «Leadership vuol dire mettersi al servizio, abilitare il successo delle community, non proteggere o seguire personalismi».
«Basta seguire personalismi»
Per sé e per il suo “media-partito” Nos, Tommasi si ritaglia il ruolo di «attivatore di nuovi percorsi che guardano fuori dai partiti» di “facilitatore”: «Lo faccio – sottolinea – senza ambizioni di ruoli o poltrone. Siamo solo strumenti verso una nuova politica davvero per tutti e non per pochi». E con una battuta conclude: «Quando si tocca il fondo bisogna smettere di scavare e cominciare a risalire». Appuntamento a settembre per un “political party” aperto a tutti quelli che sognano un nuovo contenitore di centro.
Fonte: Il Sole 24 Ore