
Tra materie critiche e Terre rare. Il potenziale dell’Italia
La corsa alle materie critiche e alle Terre rare, i 17 elementi al centro del dibattito internazionale, in Italia è già iniziata. Non è certo un caso che da qualche tempo le aziende minerarie abbiano presentato i permessi di ricerca (propedeutici alla predisposizione dei piani industriali finalizzati alla realizzazione dei progetti definitivi) in diverse Regioni e al ministero.
76 miniere ancora attive
A tracciare un quadro sulle materie critiche in Italia e quindi sulla presenza di giacimenti con terre rare è uno studio effettuato (qualche mese fa) dai ricercatori dell’Ispra. «In totale sono 76 le miniere ancora attive in Italia, 22 relative a materiali che rientrano nell’elenco delle 34 materie prime critiche dell’Ue – si legge -. In 20 di queste, si estrae feldspato, minerale essenziale per l’industria ceramica e in 2 la fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius), che ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione.
In Sardegna tra fluorite e Terre rare
In particolare, la miniera di fluorite di Genna Tres Montis (Sud Sardegna), che rientrerà in piena produzione al termine dei lavori di ristrutturazione, rappresenterà una delle più importanti d’Europa». Nella miniera di Silius si lavora anche per esplorare un eventuale potenziale di Terre rare. Il potenziale della Sardegna porta appresso anche altri elementi che vanno dall’Antimonio al Tungsteno, dal Cobalto all’arsenico continuando con la Bauxite, il Bismuto e il Nickel. In Lombardia c’è un potenziale di Piombo e zinco.
Tra Lazio e Liguria
Litio, Boro e Potassio sono ricercati nel Lazio mentre Cobalto e Nichel, Rame e Argento, oltre che Grafite, in Piemonte. E ancora Rame e Cobalto con Nichel e oro in Emilia Romagna; Rame e Manganese in Liguria.
L’esplorazione e ricerca
Fonte: Il Sole 24 Ore