Transizione digitale, «Porto e tutela del territorio le sfide liguri»

Le linee di azione individuate sono due: la prima riguarda la transizione della filiera industriale del territorio verso un’alta intensità digitale, l’altra prevede lo sviluppo di un’offerta di eccellenza di prodotti e servizi digitali da ottenere attraverso collaborazioni fra imprese grandi e piccole e la ricerca e appunto mettendo in piedi nuovi progetti.

Migliorare l’accoglienza dei ricercatori

Ma è necessario anche,– dice Fabrizio Ferrari, vicepresidente di Confindustria Genova con delega alla transizione tecnologica, lavorare sulla formazione, perché mancano le figure richieste dal mercato, e sull’attrattività del territorio: «Dovremmo – afferma – fare una politica insieme con le istituzioni locali per migliorare l’accoglienza per studenti, ricercatori, dottorandi in modo da far sì che trovino un territorio aperto: è l’unico modo per ridurre il gap di competitività. Non possiamo pensare di lavorare solo con persone che sono nate qui».

C’è bisogno, gli fa eco Enrico Botte, presidente della sezione Elit (Elettronica, informatica e telecomunicazioni), «di occupazione ad alta specializzazione, che le imprese territorio si aprano e che i bandi siano intraregionali e intranazionali».

La marcia verso la digitalizzazione «è un aspetto da cui non si può tornare indietro – sottolinea Andrea Campora, vicepresidente di Confindustria Genova con delega alla transizione digitale e direttore della divisione Cyber & security di Leonardo − il mercato crescerà sempre di più e si tratta di un comparto trasversale. Le principali sfide riguardano la sovranità tecnologica, la sostenibilità, l’autonomia digitale di cittadini e lavoratori: insomma, la digitalizzazione diventa un fattore non più di competitività, ma di sopravvivenza, con le nuove tecnologie che saranno centrali per nuovi prodotto, servizi e modelli di business».

Le grandi aziende diventeranno piattaforme

Secondo Campora, «siamo di fronte a un nuovo ciclo del digitale, che trasformerà le aziende e le filiere produttive: le grandi aziende, come le vediamo noi, diventeranno una sorta di piattaforme che integrano altre imprese, i processi e i dati». Quindi le pmi dovranno aumentare la capacità digitale in tema, ad esempio, di cybersecurity e sostenibilità e integrarsi nelle piattaforme, spiega Campora.

Fonte: Il Sole 24 Ore