Tre anni di guerra in Ucraina hanno alzato del 21% i costi degli agricoltori

Tre anni di guerra in Ucraina hanno alzato del 21% i costi degli agricoltori

Dai fertilizzanti ai mangimi, passando per la bolletta energetica, tre anni di guerra in Ucraina hanno fatto aumentare i costi di produzione delle aziende agricole italiane del 21%. Il dato, nel giorno del terzo anniversario dallo scoppio del conflitto, arriva dal centro studi Divulga.

Secondo gli analisti i consumi energetici e per i concimi oggi rappresentano in media un quarto dei consumi intermedi di un’azienda agricola italiana, mentre prima della guerra il loro peso era di un quinto. E se la spesa per i concimi è scesa del 7%, il costo per l’energia è invece cresciuto del 66% e rappresenta la voce che è aumentata di più. A questo poi va aggiunto l’incremento dei costi per i mangimi e per le altre spese del bestiame, che sono cresciuti dell’11%, e l’aumento dei costi per i fitosanitari, saliti dell’l’8% rispetto al 2021, che rappresentano un terzo delle spese di un’azienda agricola.

Le oscillazioni maggiori sono quelle che hanno riguardato i fertilizzanti. In Italia le quotazioni medie di questi prodotti hanno subito una crescita esponenziale proprio nel 2022, anno dell’invasione ucraina (+173% rispetto al 2019). Successivamente, c’è stata una progressiva contrazione dei prezzi (in media -45%), ma in ogni caso rimanendo su valori decisamente più alti rispetto al passato. Le quotazioni medie dei fertilizzanti registrate a gennaio 2025 si attestano su valori intorno ai 452 euro a tonnellata, del 49% superiori al 2019.

Il rialzo delle quotazioni del gasolio agricolo avvenuto nel 2022 (+52% dal 2019) continua invece a riflettersi ancora sui prezzi attuali, che rimangono del 22% più alti rispetto a prima della crisi pandemica. Dopo i picchi registrati nel 2022, con valori pari a 1,34 euro al litro in media, in queste settimane si registra un calo del 20%, a quota 1,08 euro al litro. In ogni caso, le quotazioni rimangono ancora oggi ben distanti rispetto a quelle pre-guerra di 0,87 euro al litro in media per il 2021.

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha avuto un impatto significativo anche su alcuni prodotti utilizzati per la trasformazione alimentare o per la zootecnia, di cui l’Ucraina è uno dei principali produttori a livello mondiale. Nel 2022, primo anno di guerra, il prezzo medio annuo dell’olio di semi di girasole aveva superato i 1.650 dollari a tonnellata, il 123% in più rispetto al 2019. Stesso discorso vale per il mais, elemento fondamentale dell’alimentazione del bestiame, che nel 2022 ha registrato un prezzo medio di 320 dollari, praticamente il doppio di due anni prima. A differenza di quanto successo per il gasolio e i fertilizzanti, però, almeno questi rincari sono progressivamente rientrati, seppur con lo strascico di aver appesantito i bilanci delle imprese agroalimentari, in particolare quelle zootecniche. Oggi, le quotazioni dell’olio di semi di girasole sono comunque più alte del 43% rispetto al 2019, attestandosi oltre i mille dollari a tonnellata. Quanto ai prezzi del mais, oggi a quota 191 dollari alla tonnellata, sebbene siano diminuiti del 25% nel 2024, restano comunque più alti del 12% rispetto a prima della pandemia.

Fonte: Il Sole 24 Ore