Trivelle, via libera ambientale a 10 giacimenti (oltre nuovi 20 pozzi)
Emilia di monte e di piano
La compagnia Siam ha ottenuto il rinnovo delle concessioni sull’Appennino modenese a monte di Maranello e Vignola del giacimento Vetta, dove prevede la perforazione di tre pozzi, e del giacimento Barigazzo, sulle montagne alle spalle di Modena e Valsamoggia, altri tre pozzi da perforare; se ne sgorgherà metano, la Siam ha avuto il permesso di connettere i pozzi produttivi con la rete del gas.
La compagnia Po Valley ha ottenuto il via libera ambientale all’estrazione di metano dal giacimento Selva Malvezzi, nelle campagne di Budrio (nella bassa pianura bolognese). La compagnia dovrà costruire anche una centrale per trattare il gas e una condotta per collegarsi ai metanodotti nazionali. Dopo 17 anni, tempo di esaurire il giacimenti, dovrà ripristinare l’area.
Nel Canale di Sicilia
Via libera all’Eni per perforare il giacimento di metano Lince a una trentina di chilometri al largo della costa di Licata e Gela.
È stata verificata l’ottemperanza ambientale anche per sei nuovi pozzi nei giacimenti Argo e Cassiopea, più altri due pozzi esplorativi.
Respinte invece dal parere negativo alcune attività sul giacimento Gela, in particolare per trasformare il pozzo numero 57 da pozzo di estrazione a pozzo di reiniezione verso il sottosuolo.
Prorogate alcune concessioni
L’ufficio minerario Unmig che dallo Sviluppo economico è passato alla Transizione ecologica ha di recente prorogato ci cinque anni a concessione a 13 giacimenti in mare, di cui 12 dell’Eni e uno dell’Energean.
Protesta la deputata verde Rossella Muroni
«Se vogliamo un futuro sostenibile, quindi, non c’è tempo da perdere ma bisogna adottare entro il 30 settembre, quando scadrà la moratoria sulle trivelle, un Piano delle aree coerente con Green Deal e obiettivi climatici europei e programmare il progressivo abbandono delle trivellazioni. Peccato che anziché accelerare su transizione e Pitesai, pensare a una road map e a un termine ultimo di validità delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi e ad un conseguente stop delle autorizzazioni per ricerca e prospezione, come ci informa il Sole24Ore sia arrivato il via libera della Commissione Via», commenta la deputata Rossella Muroni, capogruppo alla Camera della componente FacciamoEco-Federazione dei verdi. «Continuare a investire sui fossili va in direzione opposta alla decarbonizzazione dell’economia. Così facendo si compromette la missione dello stesso ministero guidato da Cingolani. Ovvero la transizione ecologica».
Protestano Greenpeace, Legambiente e Wwf
Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf sottolineano come «il problema sia a monte, come più volte evidenziato dalle associazioni ambientaliste nel passato, e non a valle di procedimenti tecnici come la Via. Manca infatti in Italia una legge analoga a quelle approvate in Francia e, recentemente, in Danimarca (uno dei maggiori produttori di petrolio della Ue) che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere e che preveda, di conseguenza, un fermo di tutte le attività ad esse correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi. Queste nuove autorizzazioni non vanno proprio bene seppur riferite a procedimenti in corso da anni», affermano le tre associazioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore